Soffocato da un boccone in casa, tragedia a 27 anni

Due medici indagati per non aver addestrato i genitori alla manovra di Heimlich e non aver prescritto dieta liquida

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Pisa, 21 febbraio 2020 - Indagine chiusa dal pubblico ministero Flavia Alemi sulla morte del 27enne calcesano Mattia Giordani avvenuta nel marzo 2018. Un pezzo di cibo gli andò di traverso e il decesso avvenne per soffocamento, nonostante i soccorsi dei familiari. Indagate per omicidio colposo sono la dottoressa Graziella Bertini, 62 enne, e la dottoressa Giovanna Sorrentino, 59 anni, individuate rispettivamente dalla Procura "la prima nella qualità di direttrice sanitaria e medico responsabile della struttura Stella Maris di Fauglia, la seconda medico specialista di riferimento (neuropsichiatra) della struttura". Secondo la procura le indagate avrebbero omesso di sospendere i rientri a domicilio del 27enne, affetto da autismo fin dall’infanzia, con gravi disturbi del comportamento, che avevano già determinato nel giovane sintomi di disfagia, a causa dei quali – oltre all’abitudine "che sarebbe stata nota ai sanitari di ingerire cibi in modo frettoloso" – era incorso, nella struttura, in episodi di soffocamento. Episodi che – da quanto si apprende – sarebbero stati risolti con la manovra di Heimlich praticata da personale esperto. Secondo l’accusa, inoltre, le due indagate avrebbero omesso di dare ai genitori del giovane, "al momento dell’uscita settimanale dalla struttura, indicazioni specifiche e dettagliate sull’indispensabilità di una dieta liquida o al più realizzata con pietanze sminuzzate", proprio per evitare di incorrere nel rischio di soffocamento (sopra una foto di soccorsi, d’archivio), e "sulle modalità con cui praticare la bisogno la manovra per deostruirlo". Informazioni che, per la procura, i genitori, avrebbero richiesto. Da qui l’ipotesi di reato di omicidio colposo a carico delle indagate che per queste omissioni non avrebbero impedito il decesso del Giordani che avvenne a causa proprio per soffocamento dovuto all’ingestione di riso e prosciutto. Sul caso interviene con una nota il presidente della Stella Maris Giuliano Maffei . "Desidero nuovamente esprimere la forte vicinanza e l’affetto mio e di tutta la Fondazione Stella Maris alla famiglia, segnata dal dolore incommensurabile della perdita di un figlio - scrive Maffei – . Sul caso confidiamo come sempre che la magistratura possa fare piena luce ". "Esprimo la vicinanza e la gratitudine personale e di tutta la Fondazione Stella Maris alla dottoressa Graziella Bertini e alla dottoressa Giovanna Sorrentino, a cui va la mia grande stima. In particolare, mi preme precisare che la dottoressa Sorrentino, quale medico, ha dedicato una vita al servizio delle persone con disabilità neuropsichica grave e gravissima". Poi Maffei precisa: "Rispetto alla dottoressa Bertini comunico che la stessa, educatrice, contrariamente a quanto si legge nell’avviso del pm, non è assolutamente il direttore sanitario e neppure il medico responsabile della residenza sanitaria: tali strutture, di natura sociosanitaria, non prevedono normativamente queste cariche. Mi dispiace che ancora una volta si incorra in questi errori grossolani, così come, peraltro, è accaduto nei mesi scorsi con il nostro direttore generale, dottor Roberto Cutajar, qualificato come direttore responsabile della struttura di Montalto di Fauglia, laddove non ha mai avuto questa carica". © RIPRODUZIONE RISERVATA