Minacce e offese alla giornalista. "Devi morire, sfregiatela con l’acido"

Chiara Ciurlia vive a Pisa ma conduce la trasmissione web "Tutti in conferenza" sul Lecce. "Sono stata malissimo, enormi pressioni sulle mie spalle. Ma non ho fatto niente di male"

La giornalista Chiara Ciurlia, vittima di un’inaudita aggressione verbale sul lavoro

La giornalista Chiara Ciurlia, vittima di un’inaudita aggressione verbale sul lavoro

Pisa, 28 gennaio 2022 - Insulti sessisti insieme a minacce di morte e di venire sfregiata con l’acido. E’ accaduto nei giorni scorsi nel corso della trasmissione web "Tutti in conferenza", un rotocalco settimanale dedicato al Lecce. Vittima la giornalista Chiara Ciurlia, 33 anni, nativa di Taurisano in provincia di Lecce, ma che vive a Pisa, ormai trapiantata da dieci anni in Toscana, dove si occupa di comunicazione. Gli insulti, gravissimi, sono arrivati a pochi minuti dall’inizio della diretta, nel corso di alcuni battibecchi in chat tra tifosi del Lecce e del Bari. Nel tentativo di moderare la discussione, la giornalista è diventata bersaglio di gravi offese e minacce. Dopo una settimana il caso è finito alla ribalta nazionale, alimentando commenti e attestazioni di solidarietà alla vittima, che si sente provata e spiega a La Nazione il suo stato d’animo.  

Come sta vivendo queste giornate? "E’ stata una settimana difficile, perché non sono abituata né, ovviamente, a situazioni di questo tipo, né a una tale attenzione mediatica. Mi sono sentita addosso enormi pressioni e ci sono rimasta molto male perché sono una persona abituata a portare sempre rispetto al prossimo". Cosa l’ha più ferita? "Sono diventata il bersaglio di commenti infamanti, sia perché sono donna, ma anche perché sono leccese. La violenza è scattata all’improvviso quando ho provato a moderare i commenti tra i tifosi di Bari e Lecce. Mi hanno detto di tutto, da ‘Tappatele la bocca’ a ‘cambia mestiere’, ma anche ‘sfregiatela con l’acido’ fino agli auguri di morte. E’ stato il caos, ho chiesto l’intervento del mio editore che mi ha aiutata e ha fatto scattare la denuncia". Qual è stata la sua reazione nei giorni successivi? "Ho provato fortissimo disagio, anche perché a un certo punto ho avuto il dubbio che avessi detto io qualcosa di male, ho dovuto rivedere dieci volte il pezzo di trasmissione in questione, poi mi sono resa conto che io non ho nessuna colpa. Ma è stato brutto anche sentirsi così". Il Lecce con un post sul suo sito le ha espresso solidarietà. Le sono arrivati anche altri messaggi? "Non mi aspettavo qualcosa di diverso dalla società del Lecce, anche se hanno risposto a distanza di una settimana. Sono felice del sostegno giunto anche da Pisa, una città che da anni mi ha adottato. Affetto anche da altri tifosi del Bari e sono quelli che mi hanno fatto più piacere". Che messaggio si sente di mandare? "Ho deciso di andare fino in fondo alla questione. Nessuno, indipendentemente dal sesso, sia uomo o donna, merita di ricevere queste offese. Oltre a un professionista e al lavoro, ci sono una vita privata e una famiglia".