Maratona delle Dolomiti, tra vip ed ex campioni in gara anche un plotone di toscani

Tre percorsi, tre livelli di impegno. Ecco quali

Maratona delle Dolomiti

Maratona delle Dolomiti

Firenze, 2 luglio 2022 - Si chiama Sergio Marchetti, è di Montevarchi, porta sulla maglia il numero 8426, e con i suoi 77 anni (settantasette, già) è il decano del plotone toscano alla Maratona delle Dolomiti, al via domattina poco dopo l’alba – alle 6,30 il colpo di cannoncino di Michil Costa, l’inventore e l’anima, dopo tutti i consueti riti: il primo gel trangugiato, due parole e due pacche sulle spalle a chi ti sta accanto, la benedizione del parroco-decano di Badia “siur” Jaco Willeit – da La Villa in direzione Corvara, per affrontare i tre percorsi della più magica tra le competizioni (ma c’è anche chi la prenderà come semplice passeggiata…) regalate da calendario al popolo degli amatori del pedale, su strade che del pedale hanno fatto la leggenda.

Tre percorsi, tre livelli di impegno: il Sella Ronda, giro dei quattro passi – Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena – con 55 km di lunghezza e 1780 metri di dislivello in salita; il “medio”, che al primo giro aggiunge una nuova scalata del Campolongo – bruceranno le gambe, in quelle curvacce ripide appena sopra Corvara? – poi discesa su Arabba, svolta a sinistra versoi Livinallongo, Cernadoi e su per il Falzarego-Valparola, con lo strappaccio del Mur del Giat, pendenza massima 19% nel centro di La Villa prima dell’arrivo a Corvara, 106 km  e 3130 metri di dislivello; infine la Maratona vera e propria, 138 km per 4230 metri di salita perché a Cernadoi si va a destra e si affrontano il Colle di Santa Lucia, il temutissimo Giau che regala un panorama unico e infine il Falzarego versante Cortina.

Ottomila al via, invece dei 9mila degli anni migliori, ma con ben 27.300 iscritti, la maggior parte dei quali ritenterà la sorte già dal 2023, e intanto magari si è consolata con il SellaRonda Bike Day l’11 giugno (si replica a settembre) o con il Dolomites Bike Day il 25 giugno, due sabati con le strade chiuse al traffico giusto per ospitare chi è rimasto fuori dal gran giorno. E al gran giorno la squadra toscana si presenta in forze, con 470 atleti, una bella fetta degli 8mila al via: 28 le donne, a conferma di un movimento in gran crescita, tantissime le ragazze d’ogni dove che si incrociano sui tornanti, agguerrite in sella alle specialissime.

Ci sono due capitani di gran nome, per il plotone toscano. Due ex professionisti del calibro del “Grillo della California”, l’ex iridato e olimpionico Paolo Bettini, e del maremmano Massimiliano Lelli. Ma alla fine sulle strade il capitano vero è l’uomo che porta sulla maglia il numero 1 perché vincitore dell’edizione 2021: è il trentaquattrenne Fabio Cini, da Colle Val d’Elsa, che corre per l’Asd Capitani Minuterie, e che se la dovrà vedere con due avversari “avvelenati” come il materano Tommaso Elettrico, già trionfatore a Corvara, e il milanese Paolo Castelnovo. Tra i vincitori di categorie in edizioni passate, al via con il dorsale 323 il carrarino Lorenzo Ferrari, già primo tra i 54-59 anni in un “corto”. Qualche curiosità scorrendo l’elenco dei toscani. Gli over 70, con Marchetti in testa, sono 11, tutti uomini; le più agées tra le signore sono due pedalatrici classe 1958, Gli under 30 invece sono appena 7: tra i maschi il più giovane è il 22enne Leonardo Tinagli da Marcignana, dorsale 2537, mentre la junior tra le donne è la ventiseienne pisana Gaia Gambacciani, dorsale 563: è in gara con il padre Marco, altre coppie familiari sono le sorelle Elena e Laura Salvi da Agliana e il duo fiorentino Elisabetta e Giampiero Bertelli.

Qualche volto noto, in mezzo a tanti vip, dal ministro Colao a Miguel Indurain, da Pippo Pozzato al sottosegretario Tabacci, da Fausto Pinarello ai vertici di Enel (Starace e Lanzetta), poi dallo sci Christian Innerhofer, Manfred Moelgg, Dorothea Wierer, Federico Pellegrino, Christian Zorzi, poi ancora imprenditori, giornalisti, ex calciatori come Fabrizio Ravanelli.

I toscani. Ci sono ormai da tradizione tre importanti produttori dal mondo del vino. Giovanni Manetti di Panzano in Chianti, presidente del Consorzio Chianti Classico, Paolo Bianchini da Montalcino dove ha anche un bellissimo museo del ciclismo, e Agostino Lenci che vive a Lucca ma fa vino a Magliano in Maremma. C’è, all’ennesima partecipazione, il celebre architetto André Benaim che ha firmato tra l’altro il Teatro del Sale e il nuovo Teatro Niccolini, oltre a bar, ristoranti e ville; ci sono gli avvocati e colleghi di studio Mario Taddeucci Sassolini e Margherita Pala; ci sono tre noti spacciatori di pedali come Alessandro Gaudenzi, Max Gerbi e Simone Geri. Occhio anche alla ventinovenne di Scandicci Sara Ciapetti: fa il medico, ma in bici non perdona. Una prova? 2019: prima gara, e subito vittoria.