L’Umbria fa i conti con l’invecchiamento

L'Umbria si trova ad affrontare l'invecchiamento della forza lavoro e la carenza di manodopera specializzata, secondo l'analisi dell'Agenzia Umbria Ricerche. È necessario aggiornare le competenze degli anziani e integrare i giovani nel mercato del lavoro.

L’Umbria che lavora da un po’ di anni deve fare i conti con un problema: l’invecchiamento della forza occupazionale. È quanto emerge dall’Agenzia Umbria Ricerche, nell’analisi svolta dalla ricercatrice Elisabetta Tondini. "Nel 2023, la maggior parte degli occupati in Umbria - racconta l’esperta - rientra nella fascia d’età tra i 35 e i 64 anni, con una percentuale superiore rispetto alla media italiana. Inoltre, più del 40% degli addetti ha superato i 50 anni, indice di un mercato del lavoro che si sta spostando verso una popolazione più anziana. Il tasso di crescita dal 2018 al 2023 dello stock di occupati mostra il primato degli ultra-sessantaquattrenni (+36,8%), segue la fascia 50-64 anni (+15,6%) e infine la giovanissima (+9,2%)".

Ma l’Umbria deve fare i conti anche con un altro problema: la mancanza di manodopera specializzata. "Le aziende - riportano Camera di Commercio e Cna – si trovano di fronte alla difficoltà di reperire sul mercato le figure professionali necessarie, un problema che si manifesta a livello globale, ma che nella nostra regione è particolarmente in aumento. Da qui la necessità di garantire al contempo l’aggiornamento delle competenze degli occupati più anziani e l’integrazione delle nuove generazioni nel mercato del lavoro".