Lezioni al parco, sindacati furiosi. La maestra: "Faccio il mio dovere"

Prato, l’accusa: mette in cattiva luce i colleghi. Lei tira dritto: leggere favole agli alunni è il nostro lavoro

La maestra Francesca Sivieri e le letture per la classe nel parco vicino alla scuola

La maestra Francesca Sivieri e le letture per la classe nel parco vicino alla scuola

Prato, 6 giugno 2020 -  Nell’Italia senza scuola da mesi, si può criticare una maestra che legge le fiabe nel parco ai suoi piccoli alunni per aiutarli a sentire meno il distacco? Sembra incredibile, ma si può. Almeno secondo il segretario della Cisl Scuola Prato-Firenze, Claudio Gaudio, perché l’iniziativa rischia di far passare l’idea che "anche le altre maestre avrebbero dovuto e potuto comportarsi in maniera analoga. Una maestra sessantenne, ad esempio, potrebbe avere difficoltà a stare accovacciata su un prato". Insomma, per il sindacato l’iniziativa di Francesca Sivieri potrebbe "far passare per vagabonde sue colleghe" che non fanno altrettanto. Ma esattamente cosa fa la maestra? In un giardino pubblico, con coperta e bottiglietta dell’acqua, incontra i suoi alunni e altri bambini, ben distanziati fra loro, leggendo una fiaba. Il tam tam sui social e sulla stampa aumenta il seguito e alimenta altre esperienze simili, ma suscita anche la ‘censura’ del sindacalista Cisl. "La didattica in presenza – sostiene il segretario del settore Scuola Cisl, Claudio Gaudio – non è ammessa dai decreti ministeriali. Non vogliamo attaccare la maestra, ma la sua è una iniziativa personale, non è attuabile, così come non si possono utilizzare cinema, teatri e sale consiliari per fare lezioni e incontri". Sivieri però non si lascia scalfire dalle critiche e decide di portare avanti le sue letture. Dal suo progetto è nata anche una pagina Facebook, titolo ‘Prati nelle storie’.  

Maestra, cosa risponde alle critiche dei sindacati? "Sapevo che sarebbe arrivata anche la polemica, quella sterile e inutile. C’è bisogno di idee coraggiose nel mondo della scuola, a partire da quella dell’infanzia".  

La sua scelta però è stata presa di mira dal sindacato. "La mia è stata comunque una scelta personale e libera. Le letture non sono una vera e propria attività didattica, ma è stata per i bambini, dopo mesi di isolamento forzato, l’occasione di rivedersi, di passare un’ora ascoltando una fiaba, il tutto nel rispetto del distanziamento sociale".  

C’è stato un seguito alle sue letture dopo la polemica? "Ho deciso di non renderle più pubbliche tramite i social ma di continuare con i bambini della mia classe, con le mie amiche tramite i gruppi WhatsApp".  

C’è qualche collega che ha preso ispirazione dalla sua iniziativa? "Sì, ci sono maestre che stanno facendo delle letture all’aperto. Ma non solo: abbiamo creato una pagina dove è possibile inserire il proprio nominativo e il luogo dove ci sarà la lettura. Molte amiche si sono fatte sentire e, ripeto, la lettura di una fiaba in un prato non è attività didattica anche perché parliamo di bambini da 3 a 6 anni. Con la scuola dell’infanzia la didattica a distanza non è adatta, né fattibile. I bambini hanno bisogno d’iniziative del genere".  

La didattica all’aperto potrebbe essere applicata per la riapertura delle scuole a settembre? "Gli spazi esterni ci sono sia nelle scuole, intesi come giardini, sia intorno all’edificio scolastico con parchi e giardini pubblici e boschetti, raggiungibili anche a piedi. Ho partecipato ad un corso di formazione sul tema ’Asilo nel bosco’ dove per tre volte a settimana i bambini fanno delle uscite, con attività per conoscere l’ambiente circostante, la natura, gli animali. Credo sia una esperienza da non scartare".

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