Nel 2023 il lavoro c’è. Oltre 100mila posti chiesti dalle imprese ma la manodopera latita

L’analisi delle prospettive di Unioncamere e Anpal per i primi mesi dell’anno. Si cercano soprattutto operai specializzati e tecnici, ma anche professionisti ’intellettuali’

Guida la domanda di lavoro il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8%

Guida la domanda di lavoro il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8%

Firenze, 10 gennaio 2023 - Oltre 104.000 sono le assunzioni programmate nei primi tre mesi del 2023 dalle aziende toscane, umbre e della provincia della Spezia. I posti di lavoro offerti aumentano rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, ma resta ancora alta la difficoltà di reperimento del personale. In Umbria, secondo quanto emerge dagli ultimi dati diffusi da Unioncamere-Anpal, Sistema Informativo Excelsior, l’aumento sfiora il 50%. Ciò significa che in un caso su due l’impresa prevede di non riuscire a coprire i posti vacanti. Nella stessa regione sono previste 15.470 assunzioni nei primi tre mesi dell’anno, oltre 2.000 in più rispetto al periodo gennaio-marzo 2022.

Anche in Toscana, dove tra gennaio e marzo si attendono quasi 84.000 assunzioni, 7.690 in più rispetto allo stesso periodo 2022, la difficoltà di reperimento si mantiene alta, sopra la media nazionale del 45,6%. In quasi 47 casi su 100, infatti, le imprese prevedono che sarà difficile per loro trovare il personale di cui hanno bisogno. In Liguria, dove le assunzioni tra gennaio e marzo aumenteranno, superando quota 5.000, la difficoltà di reperimento è al 45%. Per quanto riguarda nello specifico la provincia della Spezia, le entrate programmate dalle aziende per il mese di gennaio sono 1.640, per gran parte per profili di operai specializzati, impiegati e addetti al commercio e servizi.

In generale in Italia sono 504.000 i lavoratori cercati dalle imprese a gennaio e 1,3 milioni per il primo trimestre dell’anno. 46.000 assunzioni in più rispetto a gennaio 2022 (+10,1%) e +149.000 assunzioni (+12,9%) prendendo come riferimento l’intero trimestre. La domanda di lavoro prevista ad inizio d’anno si colloca sopra i livelli pre-Covid e segna un +14,0% (+62.000 assunzioni) rispetto a gennaio 2019. A guidare la domanda di lavoro il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8% (+19.000 assunzioni) Seguono turismo (+10.000a unità; +21%), servizi operativi di supporto a imprese e persone (+7.000; +17,7%) e servizi alle persone (+7.000; +12,9%). Sale al 46,5% la difficoltà di reperimento (+7 punti percentuali rispetto a un anno fa), che si attesta al 66% per le figure dirigenziali e sfiora il 62% per gli operai specializzati.

Ma come mai le imprese non trovano personale? La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle aziende (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%) e da altri motivi (4,3%). A livello nazionale il tempo medio di ricerca per ricoprire le posizioni vacanti supera i quattro mesi. Dal Borsino delle professioni risulta che sono difficili da reperire soprattutto i dirigenti, gli operai specializzati, i tecnici, i conduttori di impianti, chi ha studiato per professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione, ma anche le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi.

Tra gli operai, c’è fame di quelli edili: muratori specializzati e qualificati, manovali, carpentieri, idraulici, pavimentisti, assistenti cantieri. Secondo i dati dell’agenzia del lavoro Orienta, continua il boom di richieste di personale qualificato per il settore dell’edilizia anche per il 2023, anno in cui si prevede un aumento del +25% delle opere pubbliche con l’avvio dei cantieri finanziati dal Pnrr. Orienta ha stimato, al momento, una ricerca di oltre 150 figure lavorative di questo tipo in tutta Italia. Ma il personale difficilmente si trova. "Il comparto - spiegano dall’agenzia del lavoro - è di fronte a un preoccupante cortocircuito: da un lato le figure specializzate sono tutte collocate e spesso hanno un’età intorno ai 50 anni, dall’altro per molti giovani questo tipo di lavoro non è attrattivo e per coloro che sono disponibili si evidenzia una scarsa qualificazione e specializzazione". Gli immigrati in parte sopperiscono alla carenza, "ma allo stesso tempo manca una formazione e qualificazione adeguata".

"E’ necessario avviare un imponente piano di formazione e riqualificazione professionale verso il settore. Ancora più necessario – commenta Giulio D’Amario, responsabile area manager di Orienta – è avviare una campagna di promozione di questi mestieri verso i giovani, altrimenti rischiamo seriamente di non avviare quel vitale ricambio generazionale in grado di garantire un futuro alle imprese e al lavoro nell’edilizia".