Licenziamenti Gkn, il tempo sta per scadere. Solo il giudice del lavoro può dare la svolta

Oggi tavolo a Roma, ma la proprietà non cambia linea. Solo il tribunale di Firenze può invertire la rotta. I punti del ricorso della Fiom

Il corteo Gkn di sabato (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Il corteo Gkn di sabato (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 20 settembre 2021 - Più che dal tavolo convocato dal ministero del Lavoro per oggi alle 17 a Roma, le speranze per incidere sulla mannaia dei licenziamenti dei 422 dipendenti della Gkn (stabilimento di Campi Bisenzio) sono riposte nel giudice del lavoro del Tribunale di Firenze chiamato a decidere sul ricorso presentato dalla Fiom Cgil «per comportamento anti sindacale». Siamo agli sgoccioli perché oltre all’incontro di oggi al Mise, il 22 settembre la Gkn potrà inviare le definitive lettere di licenziamento. In base alla decisione del giudice la vertenza potrebbe azzerarsi (o addirittura la produzione potrebbe ripartire, ma il ricorso potrebbe essere anche non accolto). Si potrebbero aprire nuovi scenari, gli unici capaci al momento di incidere perché allora potrebbe entrare in campo anche il decreto sulle delocalizzazioni (Todde-Orlando) su cui c’è dibattito politico e con le rappresentanze di categoria (Confindustria).

In più anche il Consiglio regionale potrebbe votare una proposta di legge ad hoc sulle delocalizzazioni proposta dalla giunta in tempi rapidi. Tutto avrebbe un unico obiettivo: fare pressione sulla proprietà di Gkn e quanto meno avere a disposizione più settimane per cercare un pertugio di confronto, finora evitato. Il presidente della Toscana Eugenio Giani ci crede: «La legge sulle delocalizzazioni deve arrivare, e la deve approvare il Parlamento, prima che continui la procedura che ha messo in campo il gruppo Melrose. E’ una legge fondamentale perché un caso Gkn può avvenire, altrimenti, in tanti altri casi». Secondo Giani «se la legge viene approvata prima che la procedura sia esecutiva, ci sono tante misure di deterrenza previste». L’auspicio del presidente toscano è che «il giudice si esprima entro il 21 settembre sul ricorso presentato dalla Fiom».

E allora se il ricorso fosse accolto «dovrebbe ripartire tutta la procedura da parte della Melrose, quindi avremmo anche alcuni giorni in più che, nel momento in cui viene poi approvata la legge, rendono la situazione molto più dura per Melrose». Il ricorso della Fiom è stato preparato con accuratezza: sono stati presentati al vaglio del giudice cinque ambiti in cui secondo il sindacato l’azienda ha violato le norme delle relazioni sindacali nel rispetto dei diritti dei lavoratori. In particolare si punta l’attenzione, oltre che sul mancato rispetto di accordi nazionali e sul danno di immagine delle rappresentanze dei lavoratori, sul silenzio sulle strategie aziendali e sulla situazione produttiva: le norme prevedono che l’azienda deve fornire informazioni puntuali sullo stato di salute e sulle prospettive. Insomma mai è stato esplicitato alcun allarme, secondo la Fiom.

Atteggiamento altalenante, si ricorda nelle stanze della Regione Toscana. «Siamo passati da ’apriamoci al confronto con le istituzioni per eventuali sostegni’ al ’non abbiamo problemi’ e ’perché ci convocate al tavolo di crisi’» ricorda Valerio Fabiani, delegato per le crisi industriali della giunta. Oggi Giani sarà a Roma al tavolo di confronto con Gkn. Ci sarà la viceministra Alessandra Todde. E anche la Fiom con il segretario fiorentino Daniele Calosi.