Uccide ladro nella sua azienda: "Ho sparato per legittima difesa". Applausi dalla gente

Monte San Savino (Arezzo): tragedia all'alba. L'uomo dormiva nella sua attività dopo le numerose scorribande dei malviventi in questi mesi. Disposta l'autopsia sulla vittima

L'esterno dell'azienda: i rilievi dei carabinieri (Foto Cristini)

L'esterno dell'azienda: i rilievi dei carabinieri (Foto Cristini)

Monte San Savino (Arezzo), 29 novembre 2018 - Aveva subìto 38 furti e dormiva per questo nella sua officina. Il destino ha voluto che un ladro entrasse proprio mentre lui dormiva nei locali della sua attività di gommista. L'imprenditore si è svegliato e ha sparato con la sua pistola Glock regolarmente detenuta: ha così ucciso un giovane moldavo che voleva rubare.

L'uomo che ha sparato è indagato ma la polemica sulla legittima difesa è rovente. Mentre a sostegno dell'imprenditore ci sono gli applausi dei suoi vicini e un gruppo Facebook nato nelle ore successive al fatto. 

Alba tragica a Monte San Savino, in provincia di Arezzo. Fredy Pacini, gommista 57enne, ha ucciso un 29enne moldavo, Vitalie Tonjoc, che sarebbe stato raggiunto da due colpi. Uno, alla coscia, potrebbe aver colpito l'arteria femorale. Da qui la morte. Ma sarà l'autopsia, che verrà effettuata oggi, a chiarire come è morto il 29enne, incensurato. 

Una prima ricostruzione della dinamica potrebbe essere questa: Tonjoc sfonda una porta a vetri e entra dentro l'officina. Pacini sente i rumori e si alza. Prende la pistola. E' al primo piano del capannone, che dà sull'interno dell'attività. Avrebbe quindi sparato. Cinque i colpi, di cui due vanno a segno. Pacini, sotto choc, chiama il 112, che allerta il 118. E' l'alba e per il moldavo non c'è niente da fare. E' già morto. Un complice del ladro riesce a scappare ed è tutt'ora ricercato. 

La polemica monta subito di prima mattina. Pacini non è un commerciante a caso, era già finito sotto i riflettori per la sua decisione di trasferirsi nella sua attività: "Dopo 38 furti non ce la faccio più, dormo qui e la difendo", disse l'uomo anche a La Nazione. Di prima mattina, dopo quanto accaduto, cominciano le manifestazioni a sostegno del gommista. Lo cerca il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che si schiera subito con l'imprenditore. Lo applaudono i suoi vicini, mentre nasce un gruppo a sostegno di Pacini su Facebook che in una giornata raggiunge migliaia di sostenitori. Che vogliono coordinarsi per un sostegno concreto all'uomo. L'avvocato di Pacini, Alessandra Cheli, prepara la difesa, mentre l'inchiesta è aperta. Il pm ha intanto disposto l'autopsia sul 29enne. 

Pacini viveva nell'azienda da tempo. Nel soppalco si era ricavato una cucina, una camera da letto e un piccolo soggiorno. Adesso diventa un simbolo. "Sono sotto choc ma ho agito per legittima difesa", questo il senso delle parole del gommista.