La Folgore, ottant'anni dopo El Alamein. Da Firenze partirono i combattenti

Una ricerca ha scovato documenti inediti sulla divisione che venne inviata a combattere in Egitto nel luglio del 1942 ed entrata nella storia per coraggio e determinazione

Mussolini con i paracadutisti

Mussolini con i paracadutisti

Firenze, 8 giugno 2022 - Era il giugno del 1942, e un cospicuo numero di militari preventivamente scelti convogliarono alla stazione di Rovezzano dopo aver ultimato l'addestramento a Tarquinia. Un treno li avrebbe portati a sud, in Puglia. A Ceglie Messapica, Villa Castelli ed Ostuni, in provincia di Brindisi, come testimonia una comunicazione dello Stato Maggiore Regio Esercito datata 31 maggio, avrebbero dovuto iniziare l'addestramento in vista di un'operazione che doveva decidere la guerra. In quel momento, l'asse Germania-Italia sembrava infatti in vantaggio.  Così gli uomini cominciarono a prepararsi sotto il sole  con la prospettiva di lanciarsi su Malta, e imprimere la svolta decisiva della seconda guerra mondiale in favore di Hitler e Mussolini. Ancora non sapevano che sarebbero stati chiamati “Folgore”. E non immaginavano che nel loro destino c'era scritto El Alamein.

Leggi i documenti inediti - Lo speciale sfogliabile

A ottant'anni dalla più devastante delle battaglie, quella in cui anche i nemici resero l'onore delle armi ai soldati italiani che indomiti resistettero fin che poterono a un assalto impari delle truppe inglesi nel deserto egiziano, nuovi documenti affiorano dalla storia. Merito del lavoro compiuto da un gruppo di esperti ed appassionati. Il direttore del Centro documentazione fotografica di Ceglie Messapica, Michele Ciracì, ha scovato nell'archivio due immagini di militari sorridenti, ritratti in piazza del Plebiscito. Il generale dei carabinieri, Domenico Strada, ha incrociato la conoscenza del direttore  del centro studi di Paracadutismo militare, il professor Federico Ciavattone, e del dottor Walter Amatobene, direttore responsabile del sito congedatifolgore.com. Il risultato sono alcuni aspetti inediti dei mesi che precedettero la  nascita della Folgore e le tre  battaglie  in terra d'Egitto. L'ultima, iniziò il  23 ottobre del 1942 e si concluse il 6 novembre successivo, dopo che i pochi sopravvissuti vennero fatti prigionieri dalle truppe inglesi. 

Dalle lettere di due paracadutisti, Carlo Murelli, meccanico di Monza, e Giuseppe Verità, bracciante di Ceglie Messapica, due “ragazzi della Folgore”, tra i pochi superstiti che fecero rientro in Italia  nell'estate del 1946, sono stati ricostruiti i 50 giorni in cui circa  6400 uomini s'accamparono tra gli ulivi della campagna brindisina. Alla metà di luglio, i parà della Folgore appresero che l'obiettivo dell'Asse italo-tedesco non era più la base del Commonwealth a Malta, ma l'Egitto. Il 21 giugno, Rommel aveva infatti conquistato Tobruch e in virtù delle perdite avversarie, decise di dar l'assalto all'VIII Armata inglese. In una lettera personale, Hitler influenzò Mussolini sulla necessità di abbandonare l'obiettivo Malta e concentrarsi sull'Egitto. Il Duce si convinse e si recò in Puglia a salutare quei battaglioni. 

Così, a partire dal 14 luglio, le divisioni vennero trasferite in nord Africa. Ma con grande stupore del comandante, Alberto Bechi Luserna, i suoi paracadutisti non verranno lanciati, come si erano preparati per settimane, ma saranno utilizzati come truppe appiedate, “semplice” fanteria. Uno spreco per quegli uomini selezionati, una elite che fino a mesi prima era stata scelta, non senza difficoltà, secondo criteri quali “il volontarismo puro, carattere spregiudicato, arditismo, spirito di iniziativa e di avventura, senso del lavoro. Prestanza, agilità, attitudine agli sports, grado di istruzione non inferiore alla quinta elementare con buona capacità di leggere e scrivere, buone qualità morali, senza escludere  però qualche elemento che abbia riportato qualche punizione o lieve condanna per vivacità di carattere o esuberanza giovanile”. 

Ma anche se impiegati diversamente rispetto alla loro preparazione, i parà si distinsero per coraggio e determinazione. Al Sacrario militare di El Alamein riposano le spoglie di 4634 caduti italiani, di cui 2187 ignoti. Il comandante Bechi Luserna li ha ricordati con queste parole: “Fra le sabbie non più deserte, sono qui di presidio per l'eternità i ragazzi della 'Folgore', fior fiore di un popolo  e di un esercito in armi, caduti per un'idea, senza rimpianti, onorati dal ricordo dello stesso nemico. Essi additano agli italiani, nella buona e nell'avversa fortuna, il cammino dell'onore e della gloria. Viandante, arrestati e riverisci. Dio degli eserciti, accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell'angolo del cielo che riserbi ai martiri e agli eroi”.

Gli eredi di questa tradizione, ancora oggi crescono e si addestrano in Toscana. La “Folgore”, ricostituita dopo la fine della guerra, oggi è impegnata nelle missioni più difficili. I “ragazzi della Folgore” sono oggi nel 185esimo Reggimento paracadutisti Ricognizione e Acquisizione Obiettivi, con sede  a Livorno; nel 185esimo Reggimento artiglieria paracadutisti di Bracciano; nel 186esimo Reggimento paracadutisti con sede a Siena e Firenze e nel 187esimo Reggimento di Livorno. Il comandante è il generale di brigata Roberto Vergori, originario di Carmiano, in provincia di Lecce.