MICHELE BRANCALE
Cronaca

'Delle cose nuove' di Leone XIV

La scelta di chiamarsi Leone XIV è espressiva dello sguardo del nuovo Papa, attento alla "pace disarmata e disarmante" con cui ha toccato i cuori di chi lo ascoltava per la prima volta

Il nuovo Papa è il cardinale statunitense Robert Francis Prevost

Il nuovo Papa è il cardinale statunitense Robert Francis Prevost

Firenze, 9 maggio 2025 – Cogliere nell'epoca di cambiamento e della terza guerra mondiale a pezzi i segni 'Delle cose nuove', delle res novae di questo inizio di millennio, è un esercizio affidato al popolo di Dio e al pastore che lo guida ("con voi sono cristiano e poi vescovo").

La scelta di chiamarsi Leone XIV è espressiva dello sguardo del nuovo Papa, attento alla "pace disarmata e disarmante" con cui ha toccato i cuori di chi lo ascoltava per la prima volta, con l'annuncio e la premessa di quella pace ("la pace sia con tutti voi") che richiama al cuore della fede: la resurrezione di Gesù che la pace annuncia. E' anche una pace che ha precise radici in una visione dell'uomo, non  contemplata da chi intende l'economia in modo selvaggio. A questo riguardo ritornare sua lettura dell'enciclica di Leone XIII è quanto mai opportuno perché ha scavato il solco su cui si è sviluppato non poco della dottrina sociale della Chiesa e perché è un riferimento evidente per il nuovo Pontefice.
Abbiamo sentito Leone XIV parlare in italiano e spagnolo, rivendicare il suo essere figlio spirituale di Agostino, rivolgersi a Roma e alla diocesi di Chiclayo di cui è stato vescovo, in Perù, Paese dove ha esercitato diverse mansioni pastorali, senza rivolgersi in inglese, per ora, alla città in cui è nato, Chicago, dove peraltro è tornato più volte per incarichi nella famiglia agostiniana. D'altra parte non è possibile dire tutto in pochi, per quanto intensissimi e attesi, minuti.
Il richiamo affettuoso e per molti versi filiale di Leone XIV a Papa Francesco è arrivato alla gran parte dei fedeli (e non solo) come un segno di continuità che va ben oltre le categorie politiche ("progressista", "tradizionalista") con cui si intende leggere la Chiesa e con cui non di rado si è ascoltato poco, nel profondo, Bergoglio. Costruire i ponti, dialogo, essere sempre aperti a ricevere "come questa piazza" con le braccia aperte, essere una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicina specialmente a coloro che soffrono, sono espressioni di una grammatica spirituale e molto pratica di chi, invece, ha ascoltato, continua ad ascoltare e poi prende l'iniziativa.
Non ci si può non interrogare su quale sarà la sorte, a livello di cammini sinodali delle diverse diocesi, del programma missionario della Chiesa così come disegnato nell'esortazione apostolica 'Evangelii Gaudium' e di quella lettura dei rapporti umani e planetari che è contenuta nell'enciclica 'Fratelli tutti', ma la Chiesa è piena di sorprese e dona e rigenera una cultura che sa fare tesoro di quanto ricevuto, alternativa alla mentalità corrente.