Chiusi, Alex morto a soli due anni. Il racconto dei carabinieri

Un peluche e un trenino a terra hanno guidato gli inquirenti al rudere dove il piccolo è stato assassinato. A processo per omicidio la mamma

Chiusi, 2 febbraio 2023 - Un coniglietto di peluche e un trenino, persi tra l’erba schiacciata, nel campo attraversato dalla madre prima di commettere l’omicidio. Furono i giocattoli lasciati cadere a terra dal piccolo Alex a guidare gli inquirenti dal luogo dove era stato abbandonato il passeggino fino al rudere dove il piccolo è stato assassinato ad appena due anni. Lo hanno raccontato ieri in aula i carabinieri che tra i primi arrivarono a Po’Bandino di Città della Pieve quel 1 ottobre del 2021 quando i dipendenti del supermercato chiamarono i soccorsi perché una donna era entrata urlando con in braccio il figlio morto. E proprio loro saranno sentiti nella prossima udienza già fissata al 13 febbraio. Procede dunque spedito il processo per omicidio volontario aggravato a carico dell’ex ballerina ungherese Katalin Bradacs, a cui l’accusa contesta anche le varie versioni fornite nel tentativo - vano - di indirizzare le indagini verso un "fantomatico" (fu il termine utilizzato dagli inquirenti) extracomunitario di cui non è mai esistita traccia nei filmati delle telecamere della zona, che invece ripresero la donna nel suo via vai in quelle poche centinaia di metri tra il punto dove lasciò il passeggino e - appunto - il casolare del delitto e poi il supermercato.

Un delitto che la donna ha già sostanzialmente ammesso nei mesi ma - come spiegato sia nelle perizie che dalla difesa sostenuta dall’avvocato Enrico Renzoni - che resta nebuloso "sono stata io, ma non per colpa mia" avrebbe più volte detto alternando il racconto a momenti di "vuoto". Ieri sono stati sentiti in aula anche i tecnici della scientifica dei carabinieri e del Ris di Roma che hanno dettagliato le perizie compiute sui cellulari trovati in possesso della donna, da uno dei quali partirono le sconvolgenti immagini del delitto negli istanti in cui questo era appena stato commesso. Bradacs aveva già mentito altre volte secondo la Procura, anche nell’ambito delle udienze ungheresi per l’affidamento del bambino in cui aveva anche accusato la nonna del piccolo di violenze, evidentemente non creduta, visto che poi quello stesso tribunale aveva stabilito che il piccolo dovesse stare esclusivamente con il padre. Da qui la fuga in Italia, prima a Roma e poi a Chiusi in una sequenza che si è chiusa prima che le autorità potessero "restituire" il piccolo al papà.

S.M.