"Sulla cassa integrazione l’Inps sconta il ritardo della Regione"

La direttrice della sede toscana dell’istituto: "Circa 30mila pratiche ci sono arrivate solo il 30 aprile"

Cristina Deidda (Inps Toscana)

Cristina Deidda (Inps Toscana)

Firenze, 14 maggio 2020 - Il meccanismo dell'erogazione della cassa integrazione ai tempi del coronavirus è offesa all'efficienza organizzativa e inno alla burocrazia più oltranzista. La promessa del governo è di cambiarlo a partire dalle prossime settimane. Intanto si combatte con ritardi, pratiche, firme. E i soldi stentano ad arrivare nelle tasche delle famiglie e dei lavoratori. Cristina Deidda è la direttrice Inps Toscana. Da oltre un mese gli uffici da Firenze a tutte le sedi decentrate sono concentrati sulla cig. Avviata una task force con 200 impiegati in più. E massima attività da quando, il 1 maggio, sono arrivate le pratiche a valanga dalla Regione. Ma non prima di inizio maggio perché fino ad allora le pratiche sono state 'lavorate' dalla Regione.  

Direttrice, Inps sul banco degli imputati per il ritardo nel pagamento della cassa integrazione in deroga ai lavoratori a casa per l'emergenza  Covid. Come si difende? "Non ritengo di dovermi difendere, né che sia corretto processare l’Istituto. La parte più consistente dei provvedimenti, circa 30.000, sono stati trasmessi dalla Regione dal 27 aprile e, in considerazione della consistenza dei flussi, sono  pervenuti all'Inps dal 30 aprile in poi. Si tratta complessivamente di più di 35mila provvedimenti, che interessano oltre 90mila lavoratori e dal 1° maggio ad oggi abbiamo lavorato tutte le richieste di cassa integrazione in deroga approvabili. Adesso aspettiamo i modelli SR41 dai datori di lavoro o dai loro intermediari per procedere ai pagamenti. Ho detto volutamente dal 1° maggio perché il nostro personale ha lavorato ininterrottamente per accelerare i tempi e venire incontro alle giuste aspettative dei lavoratori".      Come mai ad oggi  si è riusciti a pagare in Toscana  solamente 5000 lavoratori per circa 2600 decreti? "Il numero dei pagamenti a cui fa riferimento è quello del periodo antecedente all'invio massivo di cui abbiamo parlato prima, ed in quella fase avevamo  lavorato tutte le richieste pervenute e provveduto ai pagamenti per i quali i datori di lavoro ci avevano già mandato i modelli SR41. Ad oggi i numeri sono diversi, abbiamo lavorato, come ho già detto, tutte le richieste di cassa in deroga ad oggi lavorabili, oltre 32.000, e stiamo iniziando i pagamenti sulla base dei modelli SR41 che rientrano nelle sedi".

Il premier Conte ha annunciato che la filiera per il pagamento della cig sarà rivista. È giusto intervenire. Perché non ci si è pensato prima? "È una domanda da porre al Legislatore. L'Istituto si occupa di altro. Il nostro compito è quello di tradurre sul piano amministrativo i precetti del Governo".

 La burocrazia, male tutto italiano. Cosa non è andato nella triangolazione Regione-Inps-banche? "Il problema è che l’ammortizzatore individuato per supportare i tanti lavoratori rimasti improvvisamente senza lavoro e senza stipendio, non è di per sé uno strumento snello. Infatti, la cassa integrazione in deroga coinvolge più attori : la Regione che emette i provvedimenti, l'Inps che fa l'istruttoria e la verifica delle singole posizioni, i datori di lavoro che devono trasmettere i modelli SR41, indicando le settimane di lavoro dei lavoratori e le coordinate bancarie degli stessi su cui l'Inps dovrà accreditare i soldi, le banche considerato che dopo aver emesso il mandato di pagamento da parte dell'Istituto, i tempi bancabili sono di almeno 5 giorni lavorativi prima che il lavoratore riceva materialmente i soldi sul suo conto corrente. Tutto questo dilata i tempi. Alcuni aspetti procedurali sono stati semplificati, ma come si può capire, siamo di fronte ad un iter molto articolato. Se poi andiamo a considerare che, con un lockdown in atto, queste misure hanno interessato decine di migliaia di aziende che in massa – giustamente - hanno richiesto l’ammortizzatore, è chiaro che pur attivando le massime sinergie istituzionali e collaborando attivamente con la Regione Toscana, i tempi effettivi di liquidità per i lavoratori non sono brevi, pur restando ben al di sotto dei tempi medi di lavorazione di questa tipologia di prodotti, ma questo – ripeto – perché abbiamo lavorato anche nei festivi e nei fine settimana per accelerare al massimo la definizione ed abbiamo coinvolto ulteriori 200 dipendenti per evadere sollecitamente le pratiche relative all’emergenza COVID-19".

Promette che a fine maggio tutti i 90 mila toscani in attesa dei pagamenti avranno i soldi? "Non si tratta di promettere perché di incognite ce ne possono sempre essere, a partire dall’inconveniente tecnico, quale un blocco informatico, e dalla tempistica con cui ci verranno inviati i modelli SR41, con l'auspicio che tutti i dati che ci indicheranno, a cominciare dai codici iban dei lavoratori, siano corretti. Io posso solo assicurare, oltre all'impegno massimo mio e di tutto il personale dell’Inps della regione, che se non si presenteranno complicazioni procedurali o duplicazioni di errori, riusciremo a pagare tutti entro il corrente mese di maggio. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo attivato, come dicevo, una task force regionale, dirottando e formando  il personale di altri settori e della sede regionale alla liquidazione della cassa integrazione in deroga. Tutti stanno dando il loro contributo per questa emergenza sociale oltre che sanitaria e l’impegno da parte nostra è massimo, vorrei che di questo i lavoratori  fossero consapevoli, perché tutti noi comprendiamo le loro difficoltà e stiamo facendo il possibile per ridurre al minimo i tempi di erogazione".

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