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Cannabis terapeutica, Marco B. rischia la condanna dopo l’assoluzione di Walter De Benedetto

L’Associazione Luca Coscioni interviene: “Se il fatto non sussiste per Walter, non sussista neanche per Marco!”

Arezzo, 12 giugno 2025 – Cannabis terapeutica, Marco B. rischia la condanna dopo l’assoluzione di Walter De Benedetto. L’Associazione Luca Coscioni interviene: “Se il fatto non sussiste per Walter, non sussista neanche per Marco!”

A quasi due anni dalla scomparsa di Walter De Benedetto, storico attivista per la cannabis terapeutica, si torna a parlare del caso giudiziario che lo riguardò. Ma stavolta al centro c’è il suo amico Marco B., la persona che lo aiutò a coltivare in casa la cannabis necessaria per lenire i dolori causati da una grave forma di artrite reumatoide. Mentre Walter fu assolto “perché il fatto non sussiste”, Marco è stato condannato in primo grado a oltre un anno di reclusione e attende l'appello, previsto per il 3 febbraio 2026 a Firenze.

Sulla vicenda interviene l’Associazione Luca Coscioni con una dichiarazione del coordinatore delle attività internazionali, Marco Perduca: Marco B. l’amico di Walter che lo aiutò a mantenere un piano terapeutico di cannabis ‘fatto in casa’ viene ritenuto criminale perché le modalità e quantità della sua coltivazione umanitaria, perché di questo stiamo parlando, farebbero ipotizzare lo spaccio. Però di prova della compravendita di quelle piante non si ha notizia.Walter De Benedetto è stato assolto perché il fatto non sussiste, il fatto era l’uso personale e terapeutico di quantità di principio attivo curativo che poteva usare solo perché c’era qualcuno che, a fronte di mancanza di ‘prodotto’, glielo procurava con una coltivazione domestica andando incontro allo stato di necessità in cui si trovava un amico. Come può non sussistere solo metà di un fatto mentre l’altra potrebbe essere punita con oltre un anno di carcere? Lo sfregio alla lotta di Walter De Benedetto lo ha già fatto la Corte costituzionale ritenendo inammissibile un referendum che avrebbe ‘sanato’ anche situazioni come quella in cui si trovò lui, condannare in appello Marco B. per non aver abbandonato un amico per cui, come diceva lui, il dolore non aspetta, sarebbe una pietra tombale sulla generosità e l’amicizia e il sostituirsi alle istituzioni che non riescono a far fronte a leggi decennali come quella sulla cannabis terapeutica.”