Astori, scrive la compagna: "Serve la verità, ci sono altre perizie"

Francesca Fioretti rompe il silenzio: "Sapere che Davide poteva essere salvato aumenta il dolore " Domani l’attrice sarà in aula per seguire il processo. "Non volevo venire ma sento di doverci essere"

Davide Astrori e la compagna Francesca Fioretti

Davide Astrori e la compagna Francesca Fioretti

Firenze, 3 febbario 2021 - La morte del capitano della Fiorentina Davide Astori non avrebbe potuto essere evitata in alcun modo. Questo quanto emerso e riportato ieri dalla stampa da una delle conclusioni riportate nella perizia disposta dal gup Angelo Antonio Pezzuti per fare luce sulle cause del decesso del calciatore avvenuta nella notte fra il 3 il 4 marzo del 2018 in una stanza dell’hotel Là di Moret di Udine, che sarà discussa il 4 febbraio prossimo al processo con rito abbreviato che vede imputato con l’accusa di omicidio colposo il professor Giorgio Galanti. Secondo quanto appreso, Astori non fu sottoposto all’holter che era invece indicato dalle linee guida Cocis per l’idoneità sportiva, ma anche quest’esame probabilmente non avrebbe permesso di salvargli la vita. In merito alle ultime notizie la compagna di Astori, Francesca Fioretti, ha deciso di rompere il silenzio.

Pubblichiamo la sua lettera aperta.

In questi anni ho sempre voluto evitare dichiarazioni pubbliche sulla morte di Davide e sul processo in corso. Ho sempre confidato che l’onestà e la pulizia che Davide ha dimostrato fuori e dentro il campo avrebbero portato a risposte altrettanto oneste e pulite. È ancora così , ho ancora fiducia che accada. Leggo in queste ore notizie che non sarebbero dovute essere divulgate. Resto stupita da questo passo così avventato e dal fatto che venga fornita un’interpretazione parziale e contraddittoria di una perizia medica che rappresenta a ogni modo solo una di quelle di cui dispone la magistratura. Il processo in corso serve ad arrivare a una verità, che non sarà consolatoria in ogni caso: l’idea che la morte di Davide potesse essere evitata aumenta persino il dolore. Ma se esisteva anche la più piccola possibilità che avesse a disposizione un minuto in più, un’ora in più o la sua vita intera, io credo che quella possibilità dovesse essere esplorata, che lui meritasse di averla e che tutto ciò che l’ha ostacolata debba in caso venire alla luce. Per lui e per evitare che succeda di nuovo. Nutrivo molti dubbi sull’essere presente di persona alla prossima udienza, ora sento di dover essere lì , a dimostrare simbolicamente, con forza e senza rancore, che è solo in quell’aula che la verità potrà essere accertata, accettata e condivisa. Il passato e il futuro ci chiedono di essere coraggiosi.

Francesca Fioretti