Dove osano le aquile. E non solo. Ecco il paradiso dei rapaci / FOTO

Il Cites di Castelfranco di Sotto (Pisa), nel verde della riserva naturale di Montefalcone, accoglie gli uccelli sequestrati

Un'aquila nel centro Cites nella riserva naturale di Montefalcone (Pisa)

Un'aquila nel centro Cites nella riserva naturale di Montefalcone (Pisa)

Castelfranco di Sotto (Pisa), 6 maggio 2018 -  Lello, Papillon e gli altri. Chi sono? Sono volatili speciali. Aquile, falchi, avvoltoi, pappagalli, bellissimi e in alcuni casi anche rari, custoditi nelle voliere immerse nel verde della riserva naturale di Montefalcone, nel comune di Castelfranco di Sotto, in provincia di Pisa, dopo essere stati sequestrati a circhi o privati per la loro provenienza illecita. Qui c’è uno dei tre centri Cites Nirda d’Italia. Le prime voliere furono costruite in fretta e furia nel luglio del 2005 per ospitare un allocco bruno malese, un caracara comune, un falco sacro e un falco harris e tre poiane (specie reale, augurale e scicacallo) sequestrati a Brindisi.

Questi volatili fanno ancora parte del raro patrimonio del Cites di Montefalcone, mentre qualche settimana fa due splendidi esemplari di avvoltoi testa bianca, arrivati nelle voliere della riserva dei boschi delle Cerbaie nel 2013, sequestrati e ora confiscati, quindi divenuti proprietà dello Stato, sono stati trasferiti allo ZooParc de Beauval a Saint Aignan sur Cher in Francia dove potranno convivere con altri simili e (forse) anche riprodursi. SONO settantuno i volatili che hanno trovato posto aMontefalcone, tutti di notevole pregio e tutti sequestrati nel corso degli ultimi anni perché trovati in contesti dove non dovevano e potevano stare e soprattutto perché di provenienza illecita. La loro permanenza è legata al procedimento giudiziario a carico degli ex proprietari. Il centro Cites diMontefalcone – curato con straordinaria competenza e dedizione dagli operai forestali coordinati da Bernardo Magherini – si trova al centro della riserva naturale la cui custodia è affidata ai carabinieri forestali della caserma di Staffoli (Pisa) sotto la responsabilità del maresciallo Giuseppe Tomaselli che dipende dal Reparto carabinieri biodiversità di Lucca guidato dal tenente colonnello Cecilia Tucci.

Tra i rapaci e gli addetti alla loro cura - gli operai forestali a Montefalcone sono otto, ma solo in tre, tra cui una donna, si occupano in modo particolare dei volatili – si instaura un rapporto quasi simbiotico, nonostante debba essere rispettata la distanza di sicurezza perché gli artigli sono devastanti. Ogni esemplare ha un nome. Lello, l’allocco bruno malese portato a Montefalcone nel 2005, ad esempio, si chiama così in onore dell’operaio forestale che lo aveva in cura, mentre Papillon è un gufo reale con un piumaggio bianco sulla parte inferiore del collo che sembra, appunto, un papillon. I rapacivengono governati sei giorni su sette. Il giorno senza cibo, spiegano gli addetti, non è per lasciarli a digiuno, ma per far sembrare la cattività il più simile possibile alla libertà. Se fossero liberi mangerebbero solo in caso di cattura delle prede. E non sempre questo avviene. Il centro Cites Nirda non è aperto al pubblico. E’ visitabile solo in alcune occasioni durante l’anno quando la riserva naturale viene aperta a escursioni e visite.

Gabriele Nuti