
I soccorsi dopo l'attentato
Firenze, 27 dicembre 2021 -La dinamica era la stessa dell’attacco alle Torri Gemelle compiuto nel 2001 dai kamikaze di Osama Bin Laden in America: il commando doveva prendere il comando di un aereo e farlo precipitare su Israele. Ma i terroristi furono scoperti e scatenarono l’apocalisse nell’aeroporto di Fiumicino. Nello scontro a fuoco con i poliziotti e la sicurezza israeliana morirono 16 persone: 12 passeggeri, 3 terroristi e un addetto israeliano. Furono 80 i feriti.
Era il 27 dicembre 1985 quando il gruppo di terroristi palestinesi assaltò con bombe a mano e kalashnikov i banchi della compagnia israeliana El Al e della statunitense Twa, sparando sulla gente in fila o al bar. I quattro, che si trovano vicini ai check-in, vennero individuati dalla security. Seguì una sparatoria. Fu un minuto di terrore, coi palestinesi che mirarono ai passeggeri in fila. Chi era lì ha raccontato di aver visto uomini accasciarsi a terra, sangue dappertutto, gente che chiedeva aiuto. I primi feriti vennero portati via coi carrelli dei bagagli. Tra le vittime ci furono italiani, statunitensi, messicani, greci e un algerino. Tre terroristi vennero uccisi, uno catturato. In simultanea, a Vienna un altro gruppo attaccò l’aeroporto, uccidendo sette persone: decine i feriti. Il massacro dell’85 arrivò 12 anni dopo quello del 17 dicembre 1973, sempre a Fiumicino e da parte di arabi armati, con 34 vittime e modalità, se possibile, ancora più cruente: due bombe incendiarie gettate dentro un aereo pieno, fermo sulla pista. Il mandante dell’attentato dell’85 risultò Abu Nidal, capo di una fazione palestinese contraria alla linea più moderata del leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, Yasser Arafat. Condannato all’ergastolo in contumacia, Nidal è stato ucciso nel 2002 a Bagdad.
Nasce oggi
Gerard Depardieu nato il 27 dicembre 1948 a Chateauroux. È uno tra gli attori francesi più famosi e carismatici, regista, produttore cinematografico e televisivo. Ha detto: “Il perdono è un lusso, dovrebbe invece essere uno stile di vita”.
Maurizio Costanzo