Almanacco del giorno: 7 dicembre 2002, quella volta che rubarono un Van Gogh. Anzi due

L’arte rubata: da Picasso a Matisse, da Cezanne a Klimt, dalla Gioconda di Leonardo all’Urlo di Munch. La storia dei furti più rocamboleschi ed eclatanti

Vincent Van Gogh, autoritratto

Vincent Van Gogh, autoritratto

Firenze, 7 dicembre 2021 – Sarà per le tele generalmente di dimensioni ridotte, quindi facili da nascondere. Certo è che Vincent Van Gogh risulta il pittore preferito dai ladri di opere d’arte: nel corso degli anni sono stati diversi, molti dei quali rocamboleschi, i furti nei musei ai danni delle opere del pittore olandese, e non solo.

Uno clamoroso venne messo a segno il 7 dicembre del 2002 al Van Gogh Museum di Amsterdam quando, poco prima dell’apertura al pubblico, i ladri con una scala si arrampicarono fino al tetto e da lì si calarono nella sala del museo, evitando i sistemi di sicurezza. Le due tele rubate erano ‘La spiaggia di Scheveningen durante un temporale’, dipinta nel 1882, e ‘Una congregazione lascia la Chiesa riformata di Nuenen’. Solo nel 2016 le due opere vennero ritrovate e riconsegnate al museo, grazie alla Guardia di finanza italiana. Erano nell’abitazione di un boss a Castellammare di Stabia.

L’ultimo furto è recentissimo: risale al 30 marzo 2020, giorno del 167esimo compleanno del pittore, quando il quadro ‘Giardino della canonica a Nuenen in primavera’, il primo olio su tela dipinto nel 1884, è stato rubato dal museo olandese Singer Laren. Chiuso a causa della pandemia Covid-19, i ladri hanno sfondato la porta a vetri e sottratto il dipinto, che era momentaneamente in prestito dal museo Groninger, sempre in Olanda. Nella storia dei furti di opere d’arte il caso più eclatante e avvolto ancora nel mistero è quello della Gioconda, il capolavoro di Leonardo da Vinci, rubato dal Louvre nell’agosto del 1911 e ritrovato due anni dopo nella casa fiorentina di Vincenzo Peruggia, ex impiegato del museo parigino. Il ladro, che si chiuse in uno sgabuzzino e ne uscì con la tela nascosta nel cappotto, si giustificò dicendo che era stato un furto patriottico per riportare in Italia la Monna Lisa, poi restituita alla Francia.

Secondo i dati dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, ogni anno i furti d’arte producono un giro d’affari di miliardi di euro. E non è un caso che la storia del collezionismo sia segnata da ruberie, che colpiscono non solo il singolo museo o la galleria, ma anche l’intera collettività che viene privata di un patrimonio culturale unico. Tra i furti più eclatanti, quello avvenuto il 18 marzo del 1990, quando due ladri camuffati da poliziotti entrarono nell’Isabella Stewart-Gardener Museum di Boston rubando 13 quadri di quella che è passata alla storia come la più grande rapina di opere d’arte di sempre. Tra le tele trafugate c’erano ‘La tempesta del mare di Galilea’, l’unico paesaggio marittimo dipinto da Rembrandt nel 1663, che ritrae Gesù mentre calma la tempesta durante la traversata del mare di Galilea con i suoi discepoli, e il prezioso olio su tela ‘Concerto a tre’, realizzato nel 1667 da Johannes Vermeer. Fu un furto su commissione che riscosse grande risonanza e per il cui ritrovamento venne offerta per la prima volta una ricompensa, mai riscossa, di 5 milioni di dollari. Nessuna delle 13 opere d’arte è stata mai più ritrovata e il museo mostra ancora oggi le cornici vuote dei dipinti rubati.

A febbraio del 1994 due uomini mascherati entrarono nella galleria nazionale di Oslo rubando l’opera più rappresentativa del pittore Edvard Munch, L’Urlo. Al posto della tela, appesa alla parete senza nessun allarme o vetro di protezione, lasciarono un biglietto che diceva «grazie per la scarsa sicurezza». L’opera venne ritrovata tre mesi dopo in un albergo della capitale e riportata al museo, dove però ad agosto del 2004 venne rubato nuovamente da rapinatori armati fino ai denti. Il celebre quadro venne recuperato due anni dopo dalla polizia norvegese. l 22 febbraio 1997, poco prima dell’inaugurazione di una mostra, venne trafugato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza il dipinto ‘Ritratto di signora’, realizzato da Gustav Klimt tra il 1916 e il 1917; misteriosamente il quadro venne restituito alla galleria 23 anni dopo, a dicembre del 2019, lasciato all’interno di una borsa ritrovata da alcuni giardinieri.

Nel 1998 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma tre banditi incappucciati e a piedi scalzi sequestrarono le guardiane del museo e rubarono due quadri di Van Gogh e uno di Paul Cezanne, l’inestimabile ‘Cabanon de Jourdan’, dipinto dal pittore francese nel 1906. La tela venne ritrovata qualche settimana dopo e riportata alla Galleria. Risale invece al 2010 il furto di cinque opere d’arte al Musèe d’Art Moderne de la Ville de Paris: tra queste c’era l’opera cubista ‘Le Pigeon aux Petits Pois’ di Pablo Picasso. L’anno seguente venne arrestato un uomo che, interrogato, affermò di aver gettato la tela nella spazzatura, ma gli inquirenti la stanno ancora cercando. Il 16 ottobre 2012 nel Kunsthal Museum di Rotterdam ci fu un altro clamoroso furto di opere d’arte: vennero trafugati capolavori di Gauguin, Picasso, Freud, De Haan e la tela ‘Ragazza che legge in bianco e giallo’, dipinta nel 1919 da Henri Matisse. I ladri si introdussero nel museo attraverso un’uscita di sicurezza e portarono via le tele in pochi minuti. Uno dei presunti ladri disse di averle distrutte bruciandole: le opere non vennero più ritrovate. Almeno fino ad ora.

Nasce oggi

Maria Luisa Spaziani nata il 7 dicembre 1922 a Torni. Intellettuale di fama internazionale, è stata una poetessa di enorme levatura, musa di Montale. Ha scritto: “Chi torna da un viaggio lunghissimo non è più la stessa persona. Ha raccolto colori, paesaggi, temperature, odori, inverni e sole”.