Il 20 giugno 1866 iniziava la Terza Guerra d'Indipendenza italiana

È rimasto nella storia il famoso “Obbedisco!” pronunciato da Garibaldi alla richiesta del re Vittorio Emanuele II di fermarsi

Terza Guerra d'Indipendenza

Terza Guerra d'Indipendenza

Firenze, 20 giugno 2022 - Il 20 giugno 1866 iniziava la Terza Guerra d’Indipendenza italiana, fondamentale episodio del Risorgimento, che il Regno d'Italia combattè contro l'Impero austriaco fino al 12 agosto di quell’anno. Quello che è stato il primo conflitto che vide coinvolto il Regno d'Italia, venne combattuto sul fronte meridionale della guerra austro-prussiana.

All’Italia era stato chiesto di spostare la Capitale del Regno da Torino a Firenze. Nella primavera del ’66 Bismarck, che puntava all’unificazione tedesca, propose all’Italia un’alleanza anti austriaca. Questa volta Napoleone III non si oppose perché vedeva favorevolmente un indebolimento dell’Austria. La terza guerra d’Indipendenza scoppiò il 20 giugno e tanto i successi prussiani furono sfolgoranti, come a Sadowa il 3 luglio del ’66, quanto le sconfitte italiane disastrose: l’esercito comandato da Alfonso La Marmora fu battuto a Custoza il 24 giugno e la marina a Lissa il 20 luglio. Nel Trentino invece Garibaldi riportò un successo nella battaglia di Bezzecca. In ogni caso, grazie alle vittorie sul fronte settentrionale della Prussia, la guerra si risolse con l'armistizio di Cormons sottoscritto il 12 agosto e la vittoria della coalizione.

Il Veneto, insieme a Mantova e a parte del Friuli, vennero ceduti dall’Austria all’Italia, ma come già accaduto in passato, solo attraverso la Francia. Al Regno d’Italia non vennero invece annessi i territori nel Tirolo conquistati da Garibaldi, il quale rispose col famoso “Obbedisco!” alla richiesta, in base agli accordi presi, del re Vittorio Emanuele II di fermarsi per mettere la parola fine alle ostilità. Rimaneva da liberare Roma.

 

Nasce oggi

 

Gustavo Rol nato il 20 giugno 1903 a Torino. È stato uno dei più famosi sensitivi, stupì Kennedy, Agnelli, Einstein, a Mussolini predisse la disfatta, era amato da Fellini e Zeffirelli.

 

Maurizio Costanzo