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Piovanelli, parroco cardinale. Nel centenario della nascita il ricordo del vescovo più amato

Numerosi omaggi social e nei prossimi mesi alcuni approfondimenti alla Facoltà teologica. Ha retto la chiesa fiorentina dal 1983 al 2001. Indimenticabile la visita di Giovanni Paolo II.

Piovanelli, parroco cardinale. Nel centenario della nascita il ricordo del vescovo più amato

Piovanelli, parroco cardinale. Nel centenario della nascita il ricordo del vescovo più amato

Silvano Piovanelli, prima che un cardinale, è stato un prete con addosso “l’odore delle pecore” secondo la definizione di Papa Francesco, e lo è stato fino al 9 luglio 2016, ultimo giorno dei suoi 92 anni spesi per la Chiesa, fiorentina e universale. L’altro ieri l’ arcivescovo emerito di Firenze sarebbe diventato centenario e il suo ricordo si mantiene vivo nei molti che lo hanno conosciuto, come testimoniano numerosi omaggi via socialmedia. Nell’anniversario della nascita è stato ricordato nelle messe parrocchiali e nei prossimi mesi la Facoltà teologica dell’Italia Centrale organizzerà alcuni momenti in ricordo di un prete, prima che di un principe della Chiesa, che ha attraversato una buona parte del Secolo breve.

Nato a Ronta in Mugello il 21 febbraio 1924 in un ambiente semplice, il babbo era muratore, la mamma casalinga, il piccolo Silvano a 11 anni decide di entrare in Seminario a Firenze. Qui ha studiato dal 1935 al 1947, anno in cui è stato ordinato sacerdote in Cattedrale il 13 luglio dal Servo di Dio Elia Dalla Costa, cardinale arcivescovo. Con lui, altri preti che hanno lasciato un segno nella storia della Chiesa fiorentina e non solo: è la grande stagione di don Lorenzo Milani, di don “Cuba”, cappellano delle carceri, a proposito lunedì alle 16 al Teatro della Compagnia il docufilm di Lorenzo Bojola “Valgo quanto amo“ realizzato in occasione del centenario, e primo apostolo della chiesa in uscita, altro tema caro all’attuale pontefice, e anche don Renzo Rossi, missionario nelle favelas brasiliane.

È stato sempre un prete fiorentino fino alla successione del cardinale Giovanni Benelli sulla cattedra di San Zanobi. Un episcopato iniziato il 22 marzo 1983, nel quale prosegue e conclude la visita pastorale, realizza il Sinodo diocesano, il primo dopo il Concilio, e scrive dieci lettere pastorali, raccolte in volume. Nel solco di Giorgio La Pira è intervenuto sui temi della povertà, della pace, del lavoro e del dialogo interreligioso: è del ’99 per esempio l’incontro col Dalai Lama. Impegni portati avanti, dal maggio 1985 con indosso la porpora per decisione di Giovanni Paolo II che accolse nell’86 a Firenze, fino al 21 marzo 2001. Nella liturgia per le esequie, più volte l’arcivescovo Giuseppe Betori ha lasciato parlare Piovanelli attraverso il suo testamento spirituale, sentendo "il dovere di testimoniare le grandi cose che il Signore ha fatto in lui", descrivendolo come "uomo del popolo e del popolo fiorentino". Per sempre.