Montale annaspa: "Siamo nel fango. E’ tutto fermo"

Poche aziende sono riuscite a riprendere l’attività "Abbiamo impiegato gli utili del 2022 per i danni" .

Montale annaspa: "Siamo nel fango. E’ tutto fermo"

Montale annaspa: "Siamo nel fango. E’ tutto fermo"

MONTALE (Pistoia)

Dopo due mesi dall’alluvione, o meglio dal "Vajont" o dallo "Tsunami", come molti preferiscono chiamare la rottura dell’argine dell’Agna del novembre, la zona industriale di Montale è ancora ferma. Pochissime aziende hanno ripreso l’attività, la maggior parte è al palo. La strada principale, via Guido Rossa, quella che corre lungo l’argine, è ancora chiusa e inagibile. Vanno e vengono i mezzi meccanici incaricati dal Genio Civile che da settimane portano via le montagne di fango e pietre che il fiume ha riversato su strade e capannoni. Sono stati rimossi più di 20mila metri cubi di materiale, ma ancora restano dei monti di terra, alcune vie traverse sono occupate da detriti e dall’argine fuoriesce ancora un’inquietante perdita d’acqua, che non si è riusciti a tamponare.

Alia ha rimosso 6.500 tonnellate di rifiuti urbani mescolati con fango e indistinguibili, che è circa la metà del materiale da asportare visto che alcune aziende stanno ancora ripulendo i magazzini. Infatti le imprese più colpite, quelle più vicine all’argine, stanno ancora vuotando gli immobili perché per settimane non hanno potuto neanche accedere ai loro magazzini. Alia stima di concludere questo lavoro entro la metà del mese, per poi terminare entro fine gennaio la rimozione dei rifiuti speciali, tessili, plastica e carta, dei quali sono state raccolte finora 500 tonnellate.

In sostanza la zona industriale di Montale è ancora in piena emergenza. Delle 20 imprese del Condominio via Guido Rossa, che hanno circa 500 dipendenti, solo tre o quattro sono ripartite. Alcune hanno disdetto i contratti di affitto e se ne sono andate. Diversi capannoni sono stati ripuliti dal fango ma sono vuoti, perché le ditte non si fidano a riportarci nuovo materiale. La ragione è che l’argine dell’Agna fa ancora paura. È stato tamponato il lungo tratto che si è rotto, circa cento metri lineari, ma altri tratti appaiono indeboliti e vecchie fragilità si riacutizzano. Gli imprenditori temono una nuova rottura. "Se risuccede un’altra volta ce ne andiamo tutti – dice Stefania Agostini del Tubettificio Pratese –. Abbiamo impiegato gli utili del 2022 per i danni dell’alluvione, ma non possiamo certo lavorare per riparare alle conseguenze di questi eventi".

Che la priorità sia la messa in sicurezza del fiume lo hanno ribadito al presidente della Regione Eugenio Giani in un incontro avvenuto il 29 dicembre scorso. Giani ha detto di aver già dato l’incarico del progetto sulla sistemazione dell’argine, ma ha anche aggiunto che per realizzare l’opera ci vorranno alcuni anni. Le imprese però hanno bisogno di certezze e di tempi brevi, altrimenti la zona industriale di Montale morirà perché nessuno se la sentirà di investirci.

Giacomo Bini