"Meno discariche e più economia circolare". Questa la filosofia del Piano regionale dei rifiuti approvato ieri in Consiglio regionale (22 voti favorevoli di Pd e Iv, 13 contrari di Fdi, Lega, Fi, M5s) dopo un lungo iter e un altrettanto ampio dibattito. "Puntiamo a ridurre i rifiuti prodotti e a massimizzare riciclo e recupero dei materiali – ha detto l’assessora Monia Monni - . Il punto è l’eccessivo ricorso alle discariche, il cui superamento è prioritario. Il Piano ha l’ambizione di portare, al 2028, la Toscana sotto il 10% del conferimento in discarica prescritto dall’Europa (oggi siamo al 30% ndr)". Ogni Ato (Ambito territoriale ottimale) dovrà inoltre perseguire "l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani".
"Con questo piano acquista centralità l’innovazione tecnologica, che ci porterà a nuove forme di smaltimento – ha proseguito il presidente della Regione, Eugenio Giani -. Le proposte pervenute attraverso il bando erano 42: abbiamo riscontrato la praticabilità di 18. Il vero voto politico era la questione pregiudiziale posta dall’opposizione, che chiedeva di far slittare il piano: l’abbiamo subito respinta".
Il dibattito si è infatti aperto con la bocciatura dell’atto (primo firmatario Alessandro Capecchi, FdI) che dichiarava improcedibile l’adozione del Piano "in quanto non adeguato al fabbisogno di gestione dei rifiuti della Regione, con particolare riferimento all’Ato Centro" che manda "i rifiuti in altri ambiti, in altre regioni, all’estero". Polemica quindi dopo il no in blocco agli ordini del giorno dell’opposizione annunciato da Massimiliano Pescini (Pd), a nome della maggioranza. Ma le critiche sono rientrate a seguito della disponibilità di Lucia De Robertis (Pd) ad analizzare in Commissione gli atti, che sono quindi stati ritirati. "La Toscana merita un approccio più robusto e orientato al futuro – ha detto Irene Galletti (M5S)- che promuova una gestione sostenibile dei rifiuti. Servirà maggior partecipazione: basta calare dall’alto opere invise ai cittadini. Ci opponiamo poi a tecnologie che utilizzino l’incenerimento, cambiando nome al processo o adottando pratiche che comunque prevedono la combustione con emissioni: i gassificatori. È positiva la decisione di abbandonare il progetto di Empoli, ma si tratta solo di un tassello". "Il Piano dei rifiuti giunge colpevolmente in ritardo – hanno commentato Massimiliano Baldini e Marco Landi (Lega) – è fondato su numeri troppo ottimistici e non si assume responsabilità sulle scelte più rilevanti, come la localizzazione degli impianti e la termovalorizzazione, scaricando le incertezze su sindaci, amministratori, Ato, gestori e cittadini. Gli impianti, salvo rare eccezioni, non entreranno in funzione prima del 2028". "Il Piano è da rimandare al mittente – ha detto Marco Stella (Forza Italia) -restano fuori circa 55mila tonnellate di rifiuti che la Regione non sa dove mandare e, se troverà modo e luogo, lo farà a costi altissimi che ricadranno sui cittadini. È inammissibile, poi, che su tre ambiti, quello della Toscana Centro sia perennemente in disequilibrio, con gravi conseguenze su servizio e costi".