
I Marlene Kuntz in chiave green "Vogliamo dare una bella scossa"
di Andrea Spinelli
È un viaggio in bilico tra “Osja, amore mio” e “Nuotando nell’aria”, tra “L’abbraccio” e “Sonica” quello che porta domani i Marlene Kuntz sotto la luna dell’Anfiteatro Fausto di Terni nell’ambito dell’Umbria Green Festival. Una notte “marlenica”, come la definisce Cristiano Godano, voce e chitarra del gruppo piemontese, segnata in profondità dallo spirito ambientalista dell’evento e dell’ultima fatica discografica “Karma Clima”. "Ha lo spirito di un ‘concept’ vecchia maniera, forse un po’ cupo, ma pregno d’intensità poetica" - spiega Godano a proposito dell’album, pubblicato lo scorso autunno. "Ogni canzone tocca il tema ambientale, senza puntare il dito ma stimolando il pensiero. Cerchiamo di sensibilizzare le persone sul dramma a cui stiamo andando incontro del riscaldamento climatico. Una scelta, non ho problemi ad ammetterlo, dettata dalla paura".
Perché?
"Perché crediamo a quello che dice la scienza. E non avendo la possibilità di cambiare il mondo da soli, pensiamo che questa sia la massima delle responsabilità che possiamo assumerci; non fare proclami, ma suscitare riflessioni”.
Il tema è molto sentito fra gli artisti. E qualcuno parla di moda.
"Mi spiace molto che alcuni siano portati a pensare che certi progetti sono fatti per moda. A parte che se tutte le mode fossero così sarebbero benvenute, siamo fuori strada. Questa, però, è la potenza della narrazione negazionista".
Quanto accaduto negli ultimi mesi anche in Italia dovrebbe rappresentare un monito.
"Di solito siamo abituati a vedere certi cataclismi nei paesi esotici. Spero che toccare con mano le conseguenze dirette dell’innalzamento delle temperature dia una scossa. Purtroppo, penso che prima di arrivare ad una coscienza condivisa ci vorranno altre disgrazie. E a quel punto sarà tardi".
Gli occhi vanno aperti ora.
"La speranza è che, un po’ alla volta, sempre più persone riescono a svincolarsi dalla narrazione negazionista. Quando a gennaio-febbraio in montagna si vedono le primule c’è da avere paura".
Quest’anno pure voi avevate provato Sanremo?
"Ormai gran parte dei gruppi un pensiero al Festival lo fa. Anche se quest’anno, almeno per noi, non c’erano le premesse per affondare il colpo più di tanto. Sanremo è ormai un passaggio promozionale che, col mercato un po’ allo sbando che ci ritroviamo, serve a chiunque".
Perché allo sbando?
"Perché quello musicale, a meno che tu non faccia cento milioni di streaming, è un mercato sempre meno remunerativo. Mi è sembrato che pure quest’anno il Festival si sia orientato su fenomeni di costume e campioni dello scaricamento. Ma se fai questa scelta togli di mezzo l’80% dei musicisti perché a ‘streammare’ sono soprattutto quelli che fanno musica per ragazzini".