MARCO
Cosa Fare

Era lei, ma non ci poteva credere. Quella ragazza che nove anni fa...

Ermanno era piombato in uno stato confusionale e si era rinchiuso in bagno per evitare saluti spiacevoli

Vichi

Vado a dare il buon esempio ai bambini” disse Ermanno, e passò un paio d’ora a giocare con loro. Dopo andarono tutti e tre ad aiutare la mamma. Apparecchiarono, portarono in tavola l’acqua e l’olio nuovo, stapparono il vino, misero i nomi sui piatti…

Alle otto e mezzo arrivarono i nonni dei bambini, e alle nove cominciarono ad arrivare gli amici. Alle nove e mezzo sul letto della stanza degli ospiti c’era una montagna di cappotti. Chi aiutava, chi chiacchierava, chi guardava la tv senza troppo interesse… nella casa c’era una grande animazione festosa.

C’erano tutti, tranne Amedeo.

“Mio fratello non è ancora arrivato” disse Ermanno alla moglie. In quel momento suonò di nuovo il campanello.

“Sarà lui” disse Marisa, che stava ancora armeggiando in cucina, con l’aiuto di qualche amica. Ermanno andò a rispondere al citofono.

“Siamo noi” disse Amedeo, con la voce contenta. Ermanno lasciò la porta accostata e andò in cucina chiamato da sua moglie. Si profilava una serata divertente, e a giudicare dagli odori che arrivavano dalla cucina, la cena doveva essere magnifica. Ermanno corse appunto in cucina, chiamato da sua moglie.

“Dimmi…”

“Cercami il prezzemolo in frigo, dovrebbe esserci un mazzetto.”

“Subito.” Mentre Ermanno stava ispezionando il cassetto del frigo, sentì entrare Amedeo con la compagna e sua figlia, accolti dagli ospiti con grande allegria. Porse il prezzemolo a sua moglie come fosse un mazzetto di fiori di campo.

“A voi, principessa.”

“Scemo… Vai con gli altri, qui me la sbrigo da sola.”

“Ai vostri ordini, Madonna.” Quando Ermanno entrò sorridendo nella sala da pranzo popolata di ospiti, gli prese un colpo… Si bloccò, e invece di salutare suo fratello fece dietro front e andò a chiudersi in bagno, sudato e ansimante.

“Porca miseria ladra…” mormorava, incredulo. Gli bruciava la faccia, ma aveva freddo e tramava. Non era possibile… Con tutte le donne che ci sono al mondo… accidenti… che cosa tremenda… E adesso? Che disastro, che disastro… Il destino maledetto, lo zampino del demonio… Proprio lei, proprio lei… Sentì che suo fratello lo stava cercando… Aprì appena la porta…

“Arrivo!” gridò, poi la richiuse… Cercò di calmarsi, si sedette sulla seggetta del WC, con il viso tra le mani… Quanto tempo era passato? Otto o nove anni, ormai… Più nove che otto… Un anno prima di conoscere sua moglie Marisa… Se adesso la ragazza aveva ventiquattro anni, allora doveva averne quattordici… Si ricordava bene di quel periodo… Quello che aveva fatto… non lo sapeva nessuno, solo quella ragazzina, che adesso era diventata grande… Era lei, era lei, non aveva dubbi… Era inconfondibile… Susanna… Prima liceo… Lui stava facendo una supplenza di educazione fisica di pochi giorni… Ma erano bastati per fare quello che aveva fatto… A un tratto sentì armeggiare alla maniglia… poi una voce femminile che non conosceva…

“Mi scusi…” Poi dei passi che si allontanavano… Era lei, non poteva essere che lei… Che incubo, non poteva certo fuggire da casa sua… Nove anni… nove anni… La ragazzina era timida, introversa, ripiegata su se stessa… lesbica, la prendevano tutti in giro, maschi e femmine, e lei si chiudeva sempre di più… non

reagiva, era silenziosa, sempre più silenziosa… e soprattutto era molto bella, di una bellezza speciale…Sentì di nuovo che lo stavano chiamando, gridavano che erano tutti a tavola… mancava soltanto lui.

“Arrivo subito, cominciate…”

Lui l’aveva avvicinata dicendo che voleva aiutarla… ma poi… ma poi… a poco a poco… quella sua remissività gli aveva scatenato dentro qualcosa… si poteva dire che si era innamorato?, ma via, non esageriamo, era solo una stupida cotta adolescenziale… lei quattordici anni, lui trentaquattro… ma non erano i vent’anni di differenza a essere strani o sbagliati… porca miseria, lei aveva quattordici anni, e non ne dimostrava di più, era piccolina… lui era stato lasciato da poco, in malo modo, e il suo orgoglio sanguinava… aveva cominciato ad avvicinare la ragazzina, a parlarle di continuo… un giorno l’aveva invitata a bere qualcosa, e lei aveva accettato, anche se con una certa diffidenza… al bar lui arrossiva ogni volta che vedeva qualcuno lanciargli un’occhiata, poi pensava che potevano immaginare che fosse sua figlia, cercava di tranquillizzarsi… stavano lì al tavolo, lui le faceva qualche domanda, lei rispondeva a malapena… ma lui aveva continuato lo stesso a invitarla.

2-continua