MARTINA DEL CHICCA
Cosa Fare

Emma e Leo, doppia tragedia. E’ morta anche la ragazza dopo settanta giorni di agonia

I due fidanzati, a bordo di una bici elettrica, furono travolti da una moto la mattina del 4 luglio a Viareggio: lui riuscì a resistere una settimana. La zia: "Ha trovato il suo sole. E l’ha raggiunto, lasciandoci".

Emma e Leo, doppia tragedia. E’ morta anche la ragazza  dopo settanta giorni di agonia

Emma e Leo, doppia tragedia. E’ morta anche la ragazza dopo settanta giorni di agonia

Immaginarli di nuovo insieme; abbracciati come in quella foto scattata tra i coriandoli. A Carnevale. O come quella mattina del 4 luglio, stretti controvento sopra quella bicicletta elettrica, carica di asciugami e felicità, che avrebbe dovuto portarli fino al mare. Insieme per sempre, Emma e Leo. È questa, forse, l’unica carezza in un giorno di dolore che si trascina ormai da oltre due mesi. Da quando Emma Genovali e Leonardo Brown, due ventenni che incontrandosi avevano scoperto l’amore, sono rimasti coinvolti in un incidente, ancora da chiarire, lungo la via dei Pescatori, a Viareggio.

Dietro a una curva, sulla strada tra i cantieri della nautica che sfocia verso la spiaggia di Levante, la vita, nella sua primavera, ha incontrato la morte contro una moto. Leonardo, gambe lunghe da calciatore e un cuore limpido da principe azzurro, si è spento una settimana dopo quel tragico schianto. E con il suo immenso dono ha dato una nuova speranza ad altre vite a lui sconosciute: "Leo vive", scrivono gli amici pensando a lui. Emma, invece, è stata subito sottoposta a un complesso intervento chirurgico dall’equipe medica di Cisanello, e per 70 giorni ha lottato per superare le complicazioni che ha incontrato su questo cammino troppo in salita. Ma ieri, questa ragazza esile e fiera, come i fiori di campo, "ha trovato il suo sole. E l’ha raggiunto, lasciandoci" ha scritto la zia Vania quando il sottile filo della speranza, sorretto in questo tempo infinito dai pensieri e dalle preghiere di un città intera, si è spezzato.

"Girasole". Così, chi l’ha amata, chiamava Emma. Per la sua capacità di trovare la luce nel buio, di volgersi sempre verso il sole e lasciarsi abbagliare. Emma lo ha fatto sempre, "imparando da sola a girare le mancanze e le difficoltà a suo favore" ricorda ancora la zia. Si è nutrita del sole, l’ha puntato, senza paura di scottarsi, guardando verso le sue passioni. La musica, il nuoto, il mondo, che aveva cominciato a scoprire scegliendo, dopo il diploma all’istituto Passaglia di Lucca, di trasferirsi per un esperienza di studio e di lavoro in Germania. E ha cercato la luce anche nella notte che l’ha avvolto da quel 4 luglio. Ma "eri così bella che – hanno scritto i familiari nel giorno più buio – che il sole ti ha tenuta con sé, per illuminare ancora le nostre vite". E là, dove la luce avvolge tutto, Emma splende. Abbracciata al suo Leo.