GIGI PAOLI
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Cambio di sesso su minori: "Non in tutti i casi a Careggi è stata fatta la psicoterapia"

Prime anticipazioni sull’ispezione del ministero della Salute condotta al policlinico di Firenze. Non effettuati i percorsi preliminari alla somministrazione del farmaco che blocca la pubertà.

Cambio di sesso su minori: "Non in tutti i casi a Careggi è stata fatta la psicoterapia"

Cambio di sesso su minori: "Non in tutti i casi a Careggi è stata fatta la psicoterapia"

Soffia sempre più forte il vento delle polemiche che si sta abbattendo sul Centro per la disforia di genere dell’ospedale fiorentino di Careggi. Vento che si sta trasformando in tempesta, dopo un’anticipazione dell’agenzia Ansa, da Roma, sull’esito dell’ispezione voluta dal ministro della salute Orazio Schillaci dopo l’affondo parlamentare di Maurizio Gasparri, a capo dei senatori di Forza Italia. Secondo l’indiscrezione, che non ha ricevuto in risposta alcuna smentita ma solo un imbarazzato silenzio, non in tutti i casi di disforia di genere pediatrici trattati a Careggi sarebbe stato effettuato il percorso preliminare indicato di psicoterapia, prima della somministrazione, negli adolescenti che esprimono la propria volontà di cambiare sesso, del farmaco chiamato triptorelina. E proprio l’uso della triptorelina – usato su 26 casi di minori di età media di 15 anni nel 2023, con il più piccolo che ne aveva 11 – è stato al centro dell’ispezione al policlinico di Firenze, nei giorni scorsi, assieme all’analisi dell’effettiva assistenza psicologica nei confronti dei ragazzi coinvolti nella procedura.

L’anticipazione dell’Ansa sulla relazione degli ispettori, attesa sul tavolo del ministro Schillaci entro metà febbraio, ha scatenato un vespaio. Vespaio unilaterale, peraltro, perché voci altissime si sono alzate dalle parti del centrodestra, mentre il centrosinistra ha risposto solo col silenzio. E, come prevedibile, il primo a intervenire è stato lo stesso Maurizio Gasparri, il cui intervento in Senato è stato la miccia che ha fatto deflagrare il caso Careggi. "Ovviamente attendiamo le risposte ufficiali – ha commentato il presidente dei senatori di Forza Italia – ma se l’Ansa, un’agenzia seria, dice che a Careggi non in tutti i casi di disforia, ovvero cambiamento di sesso, si è fatto un adeguato ricorso alla psicoterapia vuol dire che la mia osservazione era fondata".

Nel dibattito sull’uso della triptorelina, ieri sono intervenute anche dodici società scientifiche. In una nota hanno sottolineato che si tratta di "un bloccante transitorio e reversibile della pubertà: è un farmaco salvavita nei giovanissimi transgender e gender diverse (Tgd), prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi". La prescrizione del farmaco, precisano, avviene secondo la Determina Aifa del 2019 che ne prevede l’utilizzo "solo dopo attenta valutazione di neuropsichiatri dell’infanzia, psicologi dell’età evolutiva, bioeticisti ed endocrinologici". E considerando il dato che fino al 40% dei giovani Tgd tenta il suicidio, gli esperti sottolineano che la terapia con triptorelina riduce del 70% questa possibilità ed è indicata proprio nei casi in cui il rischio per la salute dell’adolescente è significativo.

Insomma, un putiferio dove la scienza e la politica si confrontano senza esclusione di colpi dallo scorso 20 dicembre, quando Gasparri presentò l’interrogazione al Senato per approfondire ciò che avviene all’ospedale fiorentino rispetto al trattamento della disforia di genere nei bambini. In Italia sono ventitré i centri per la disforia di genere, e il ministero ha avviato un tavolo con l’obiettivo di rendere omogenei i percorsi di trattamento in tutto il Paese.