
Cristian Bucchi, 47 anni, allenatore dell’Arezzo
di Luca Amorosi
Obiettivo serie B. Questo è quanto espresso al termine del turno playoff perso contro la Vis Pesaro dal presidente Manzo e ribadito dal direttore Cutolo e dall’allenatore Bucchi. Annuncio importante che mette il direttore amaranto nelle condizioni di non sbagliare nulla o quasi nella costruzione della rosa che dovrà affrontare la prossima stagione. L’asticella si alza ancora, probabilmente come il budget, con buona pace del salary cap, che per la stagione 2025/26 dovrebbe essere introdotto solo in via sperimentale. Considerato l’obiettivo dichiarato e l’organico attuale, serviranno giocatori che alzino il livello qualitativo e temperamentale in ogni reparto. La mancanza di continuità palesata durante questa stagione dovrà essere un lontano ricordo, per cui serviranno leader anzitutto carismatici prima che tecnici, ciò che forse è mancato quest’anno nei momenti chiave, ultimo proprio quello di mercoledì scorso. Le necessità più urgenti riguardano difesa e attacco.
Davanti stavolta serve azzeccare la punta fin dall’estate: lasciato partire Ogunseye a fine prestito, occorre individuare un profilo di caratura per la terza serie, capace di garantire la doppia cifra, al netto che il pallone è rotondo e gli imprevisti dietro l’angolo. Gran parte delle mosse per il reparto offensivo dipenderanno dalla permanenza o meno di Pattarello ma, a prescindere, serve rinfoltire la batteria di esterni per il 4-3-3 di Bucchi, che di fatto non ha avuto alternative al dieci e a Tavernelli in questi mesi. Senza dimenticare Capello, giocatore di innegabile valore per la C ma che non pare avere un ruolo congeniale con questo abito tattico. Dicevamo poi della difesa, dove si dovrà intervenire profondamente: Lazzarini, Coccia, Montini, Bigi e anche Gigli sono stati impiegati col contagocce, mentre Righetti è in scadenza. L’unica certezza è Chiosa, attorno al quale può essere confermato Gilli, arrivato a gennaio.
Gli altri sono tutti in bilico, con innesti comunque indispensabili al centro e su entrambe le corsie laterali, se pensiamo che a destra ha spesso giocato anche quest’anno Renzi, centrocampista. Il centrocampo, appunto, è il reparto più affollato, dove potrebbe prevalere la continuità: Damiani, Settembrini e anche Santoro, rinnovato a gennaio ma poi utilizzato pochissimo, sono i giocatori da valutare.
Guccione ormai è un play, ma un potenziale secondo titolare in quel ruolo potrebbe servire, così come una mezzala. In porta, infine, Trombini è un punto fermo, cui affiancare un portiere magari giovane ma di prospettiva. Insomma, c’è una buona base da cui ripartire ma anche tanto da fare.
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