di Giustino Bonci
Attilio Sorbi da calciatore è stato il "Golden Boy" dell’Aquila, il talentuoso centrocampista che nell’estate del 1980 approdò alla Roma di Nils Liedholm e di Falcao, ritagliandosi in seguito e nonostante un serio infortunio, una brillante carriera in A e B con le maglie, tra le altre, di Pisa e Bologna. In panchina, oltre ad aver guidato Sangiovannese, Montevarchi e Perugia Primavera, senza dimenticare iha vissuto anche due distinte esperienze in C2 ad Olbia. E’ un doppio ex, dunque, e la persona giusta per analizzare i motivi dell’incontro che domenica alle 14,30 vedrà di fronte nella seconda giornata di Lega Pro gli aquilotti rossoblù e i bianchi di Gallura. Parla volentieri di due club che gli stanno a cuore e lo fa in una pausa della preparazione dei corsi Figc per allenatori curati da apprezzato docente al Centro Tecnico di Coverciano: "E’ vero, ad Olbia mi sono trovato benissimo, anche per le relazioni di amicizia intavolate nelle parentesi tra il ‘97 e il ‘99 e tra il 2004 e il 2006. Le mie figlie per un pò – afferma il trainer – hanno anche frequentato le scuole in una città accogliente e che nello sport può contare su risorse notevoli. Di fatto, anzi, negli ultimi tempi la squadra già espressione di un centro di oltre 80 mila abitanti, è diventata la succursale del Cagliari".
Di conseguenza, l’esame all’orizzonte non sarà facile per i ragazzi di Malotti: "All’esordio ho visto che l’Olbia – riprende il tecnico che è stato anche vice di Milena Bertolini, ct della Nazionale femminile e al timone dell’Inter Woman – ha piegato di misura il Pontedera, una formazione esperta della categoria. Il Montevarchi, però, potrà contare sulla voglia di riscattare la sconfitta di Gubbio e sul fattore campo".
Anzi, l’affetto che lega Attilio ai colori aquilotti si trasforma in un appello agli sportivi: "Vorrei che non fossero mai dimenticate, in un mondo dalla memoria corta, le imprese recenti di squadra e società. Due campionati strepitosi, il primo dominato sovvertendo i pronostici e il secondo onorato con una splendida salvezza, non scontata, in C. La nuova avventura è iniziata con un organico rinnovato radicalmente in linea con la filosofia societaria. Ed allora – è la conclusione di Sorbi – spero che come nel torneo passato l’Aquila sia sostenuta giorno dopo giorno dall’ambiente. Deve sentirne la vicinanza perché è motivo di orgoglio per una realtà di 25 mila abitanti misurarsi con capoluoghi e sodalizi dai trascorsi persino nella massima divisione. Restare di nuovo in serie C, quindi, equivale a vincere due scudetti".