Le mani d’oro di Trombini: "Ma non mi accontento"

Protagonista nel successo di Chiavari: "Guai ad adagiarsi, il posto va conquistato"

Le mani d’oro di Trombini: "Ma non mi accontento"
Le mani d’oro di Trombini: "Ma non mi accontento"

di Luca Amorosi

AREZZO

Una vittoria pesante, sul campo di una squadra oggi ultima in classifica ma costruita per primeggiare e la cui graduatoria è senz’altro bugiarda. A Chiavari, contro la Virtus Entella, l’Arezzo ha conquistato tre punti con cinismo, sfruttando a dovere le occasioni create e approfittando anche di quel pizzico di fortuna che finora era mancato. Il successo è passato da un uno-due micidiale negli ultimi dieci minuti del primo tempo firmato Gucci e Poggesi - la mossa a sorpresa di Indiani - e da un secondo tempo di sofferenza, con l’elmetto in testa a difesa del vantaggio. Uno dei migliori in campo infatti è stato il portiere amaranto Luca Trombini, che sta vivendo un approccio eccezionale alla sua prima stagione tra i pro. Almeno tre gli interventi decisivi dell’estremo difensore classe 2001: uno al tramonto del primo tempo su una conclusione a botta sicura dall’interno dell’area, poi il miracolo sull’ex Disanto che lui stesso aveva servito con un disimpegno errato; infine, la deviazione sul palo del potenziale pareggio di Santini a tempo quasi scaduto.

Sui tre punti di Chiavari, insomma, c’è la firma indelebile del torinese, che però ci tiene a sottolineare i meriti di tutti. "È una vittoria importante ed è la vittoria di tutta la squadra. Dopo i primi venti minuti un po’ bloccati è stata una partita aperta, bella, contro una squadra costruita per vincere che nel secondo tempo, infatti, ci ha messo in difficoltà, perché ha giocatori di valore assoluto". Trombini ha giocato da titolare quattro delle prime cinque giornate, conquistandosi al momento i ranghi di titolare nonostante l’arrivo, in estate, di un portiere esperto come Borra. "Da Daniele posso solo imparare – dice Luca – perché è un portiere forte e di assoluta esperienza in categoria. In rosa c’è molta competizione in ogni reparto e sappiamo che l’allenatore fa le scelte per il bene della squadra. Al momento ho giocato di più ma nessuno ha il posto garantito quindi tutti sanno di non potersi adagiare". Lo scorso anno arrivò ad agosto inoltrato su precisa scelta di Giovannini e Indiani: l’ennesima scommessa vinta, anche se qualche momento delicato c’è stato, come ricorda lo stesso Trombini. "Dopo l’erroraccio col Livorno in caso dove venni espulso fu decisivo il sostegno degli aretini, che non smetterò mai di ringraziare. In particolare Menchino Neri, che mi telefonò per rincuorarmi e con cui mi incontrai pure per fare due chiacchiere. Sentire l’appoggio di una persona importantissima per Arezzo e l’Arezzo fu decisivo per me. In campo cerco di ricambiare l’affetto che lui e i tifosi mi hanno dimostrato".

Il passato è passato, però, e davanti incombe un campionato ancora lunghissimo. "Ci sono tante squadre forti e l’equilibrio regna sovrano. Ogni domenica ti devi conquistare i punti e la vittoria perché nessuno ti regala nulla. Dovremo guardare di partita in partita cercando di raccogliere quanto più possibile". Parola di Trombini, la saracinesca di Indiani.

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