Il calcio aretino non può finire un’altra volta

di Fausto Sarrini

E’ lotta contro il tempo per salvare l’Arezzo. I giorni passano, le prime scadenze si avvicinano, certamente la settimana che inizia domani sarà decisiva o comunque fondamentale. In questo momento c’è la trattativa col gruppo Stanzione, ma c’è anche la pista Pieroni che è in contatto con due imprenditori. Attualmente c’è anche il discorso giocatori da definire che è determinante in chiave futura,

Detto tutto questo l’aspetto che conta più di ogni altro è salvare l’Arezzo. Dopo il primo tonfo negli anni Cinquanta, quello fragoroso del 1993 con la radiazione a campionato in corso, quindi nel 2010 quando ci fu una ripartenza faticosissima. Nel 2018 un salvataggio miracoloso da una fine che sembrava certa, grazie in primis a Giorgio La Cava, con il contributo di Anselmi, di Orgoglio Amaranto e altre persone, ma dopo appena due anni siamo di nuovo a soffrire. E’ incredibile come questa società debba sempre soffrire, non riesca a trovare stabilità.

Non tiene neanche la scusa della crisi, perché c’è da tante parti eppure le società magari a fatica, ma vanno avanti, senza timori per l’immediato futuro.

E’ un discorso ormai vecchio, in questa città, salvo rari casi, lo sport non viene visto come un veicolo di investimento.

E sottolineiamo, lo sport in generale, perché qui non c’è una disciplina di squadra di quelle popolari che emerge.

Ma adesso è necesario evitare che l’Arezzo sparisca un’altra volta. Chi può eviti l’ennesima umiliazione.