Brunori: "I miei 17 gol in amaranto sono stati la svolta della carriera"

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"Uno come Brunori può fare bene in ogni categoria". Parole di Silvio Baldini, pronunciate quando il tecnico era ancora in sella al Palermo, appena rilevato dalla nuova proprietà, quella del City Football Group.

Oggi su Matteo Brunori Sandri (nella foto) si sono posati gli occhi di vari club, addetti ai lavori, e sopratutto sono riposte le speranze dei tifosi rosanero che lo hanno visto andare in gol con una tripletta contro la Reggiana in Coppa Italia, giusto per non perdere l’abitudine al gol del classe 1994 che ad Arezzo visse una stagione da urlo.

Brunori ha ripercorso la sua carriera, la sua vita, sulle colonne di Sportweek.

"Nel 2015 dopo la Pro Patria, in C, ero precipitato di nuovo in Eccellenza e non ci stavo più con la testa. In quel momento pesavo che il calcio non sarebbe stato la mia vita. Ma toccherei il fondo altre mille volte perchè mi ha insegnato che per stare dove sono adesso devo sempre dare il massimo - ricorda Brunori - nell’anno e mezzo in Eccellenza ci sono stati due momenti importanti: è morto mio nonno, che più di tutti mi aveva spronato, e ho conosciuto Dalila che sarebbe diventata mia moglie". Poi la svolta: "Avevo fatto 17 gol all’Arezzo, poi sei mesi a Pescara: è stata la svolta della mia carriera. Sono stato inserito nell’Under 23 della Juventus, la loro seconda squadra, ma io ci credevo e ci credo ancora, di poter arrivare in alto. Non avrei ricominciato da zero, se non ci credessi; poi so che, come dicevamo, solo uno su mille ce la fa".

"Baldini mi ha cambiato la vita" dice Brunori che ricorda però soprattutto un aneddoto della stagione e mezzo in Eccellenza prima di arrivare ad Arezzo. "Andavo ad allenarmi la sera in bici. All’ora in cui dovevamo allearci eravamo in quattro. Gli altri telefonavano: scusate sono uscito ora dalla fabbrica. Ho conosciuto ragazzi splendidi che nel calcio avevano una valvola di sfogo".

"Io ci credevo e ci credo ancora di arrivare in alto", spiega il centravanti sbocciato all’ombra di San Cornelio.