
di Giustino Bonci
L’Aquila si accinge a celebrare il 26° anniversario della scomparsa del patron Vasco Farolfi, una delle icone del calcio rossoblù, scomparso il 17 gennaio 1996 nel principato di Monaco, dove si era sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico al cuore. E a ricordare il presidente che insieme all’inseparabile Lezio Losi, a lui complementare per carattere, ha fatto a lungo la storia del pallone e dell’imprenditoria di Montevarchi, è un personaggio amatissimo dalla tifoseria: Attilio Sorbi (nella foto). Cortonese di nascita, classe di ferro 1959, da calciatore "dai piedi di velluto" si legò giovanissimo ai colori aquilotti, mettendosi in luce al punto da essere ingaggiato nell’estate del 1980 dalla Roma di Nils Liedholm, nell’ambito dell’operazione che portò in giallorosso Paulo Roberto Falcao. Poi la carriera di allenatore, anche al timone degli aquilotti in C 1, fino alla recente esperienza come vice di Milena Bertolini con la Nazionale femminile e la parentesi biennale sulla panchina dell’Inter donne.
Dal settembre scorso ha ripreso a formare nuovi tecnici alla Scuola per allenatori della Figc: "Il ricordo di Vasco è nitidissimo, vivo, indelebile, specie per chi come me gli deve davvero molto sul piano personale e professionale. Sin dal mio arrivo stringemmo un rapporto bellissimo. Ho sempre trovato non solo il dirigente – afferma Sorbi – ma anche un amico, una persona sempre gioviale, sorridente, di estrema umanità e altruismo. Con Losi formava un binomio vincente, che ha consentito all’Aquila di raggiungere traguardi impensabili. Anzi, sottolineo con ferma convinzione che proprio grazie a loro il Montevarchi acquisì un ruolo di primo piano e un risalto non solo in ambito toscano ma nazionale". Risultati, conferma l’ex centrocampista, che non vengono per caso: "Nascono dalla capacità organizzativa – riprende – e non dobbiamo mai dimenticarlo. A livello di serie C quei dirigenti furono lungimiranti e non è solo una mia opinione. Per loro parla la storia. Per quanto mi riguarda, poi, il culmine del rapporto con Vasco, l’apoteosi, coincise con il passaggio in giallorosso. Tornavo dalla serie B giocata in comproprietà con la maglia della Ternana e potete immaginare la mia riconoscenza nei suoi confronti per l’opportunità concessa di coronare un sogno. Se approdai nella Capitale il merito principale fu di Farolfi". Dall’amarcord all’attualità, con l’analisi tecnica sul cammino attuale dei rossoblù: "A proposito di programmazione oculata, bisogna dare atto ai vertici aquilotti di oggi, tutte personalità del posto, di aver compiuto un lavoro eccellente. L’escalation dalla Seconda categoria ai professionisti non è stata certo casuale ma impostata e portata avanti con attenzione e accortezza da gente che conosce bene la realtà. Nella prima metà del campionato, sebbene l’età media dei giocatori sia una delle più basse, i ragazzi di Malotti si sono comportati bene, giocando con personalità e senza timori di sorta. Sinora il cammino è più che lusinghiero e sono certo – conclude Sorbi – che faranno ancora meglio ritrovando il ‘Brilli Peri’, a prescindere dal numero contingentati di spettatori. Lo stadio per un club è fattore identitario e tornarci esalterà il senso di appartenenza".