Arezzo 21 aprile 2019 - “Siamo partiti da alcune fiabe della tradizione per innestarci le vite dei nostri ragazzi, le loro storie. Un lavoro lungo e faticoso di due anni, tra palco e perfezionamento, e soprattutto perché lo spettacolo è stato vissuto quasi sulla pelle di ogni partecipante. Lo spettacolo nasce da un’idea di fondo: come poter riflettere sulla diversità e sul dolore”. Ha commentato così Elisabetta Pesci ricevendo il premio regia per lo spettacolo “Di anonimo amore. Fatti e misfatti del maleficio della culla” al Festival di teatro sociale IntegrArs di Cortona. Elisabetta Pesci e Francesco Ridolfi sono i due psicoterapeuti casentinesi del Centro Diurno “L’isola che non c’è” (Coop. Koinè) al cui interno è nata compagnia di teatro sociale “Un caldo del demonio”.
Un premio ricevuto dalla mani della madrina del Festiva Amando Sandrelli. E così Rosaspina e Biancaneve sono diventate occasioni per andare a fondo dell’essere umano portando alla consapevolezza che ognuno deve essere capace di attingere alle proprie risorse personali. Il teatro sociale è stato intrapreso dal Centro Diurno come un percorso di cura ed educativo. “E’ senz’altro uno strumento di cura perché aiuta a trovare un ruolo, un posto nel sistema, aiuta a gestire se stessi ed i tempi - spiega Elisabetta Pesci che del centro è direttrice - ma è anche uno strumento educativo, aiuta a trasformare ciò che senti, ad aspettare. E infine, ma non per ultimo è un gesto artistico, ovvero un prodotto fatto dagli stessi pazienti sia in gruppo che personalmente. Aver ricevuto il premio ci ha dato una cosa semplice e grande, gioia”. Ma lo spettacolo continua, infatti i ragazzi della compagnia andranno anche in giro per l’Italia, da Bologna a Milano mentre Elisabetta e Francesco stanno pensando ad un nuovo spettacolo.