
Il taglio del nastro di Oro Arezzo
Arezzo, 28 novembre 2019 - Rompicapo elezioni. Si intrecciano le vicende del Comune di Arezzo con quelle della Regione in una speciale combinazione che vede le due tornate amministrative affiancate. Arezzo è infatti l’unico capoluogo della Toscana che va al voto e questo potrebbe avere un peso, in un senso o nell’altro. In ballo ci sono infatti due personaggi politici di primo piano, da una parte il sindaco Alessandro Ghinelli, dall’altra l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, il primo nel centrodestra e il secondo nel centrosinistra.
Partiamo dal sindaco. A oggi è il candidato unico della sua coalizione per ottenere il lasciapassare al secondo mandato a Palazzo Cavallo. Tutto fatto? Neanche per sogno. Ghinelli ha già dato da mesi la sua disponibilità a correre, ma il suo destino è legato a ciò che sarà deciso ai vertici e in particolare da Matteo Salvini.
Il leader della Lega è sabato a Firenze per la cena dei mille, il giorno in cui secondo molti - ma non è affatto detto -annuncerà il candidato alla presidenza della Toscana. Un sindaco, forse; un esponente di area con forti radici civiche. Ma chi? Antonfrancesco Vivarelli Colonna parrebbe il favorito, primo cittadino di Grosseto, doppio cognome che tradisce origini nobiliari di ceppo fiorentino.
Eppure le controindicazioni non mancano. Vivarelli non è alla scadenza del mandato e rimanderebbe alle urne la sua città, elemento non da poco e che infatti fa venire i sudori freddi a tanti del centrodestra, anche perché nessuna vittoria è mai scontata. Poi c’è anche Ghinelli e le sue quotazioni sono in crescita in un’ampia fascia dell’allenza che ha fatto due conti e ne ha tratto le conclusioni.
Una candidatura del sindaco di Arezzo nulla sposterebbe nelle caselle dei capoluoghi, dovendo comunque la città andare al voto in primavera. E dunque la partita rimane aperta e Ghinelli, che ha ottimi rapporti con tutti i partiti della coalizione Lega compresa, ha buone carte in mano da giocare. A scadenza di mandato, e qui tornano in ballo le coincidenze, c’è anche Vincenzo Ceccarelli, esponente Pd di quell’area zingarettiana che sembra ormai aver accettato la candidatura a presidente della Regione di Eugenio Giani, senza ricorso alle primarie.
Pure Ceccarelli, per ruoli ricoperti, prestigio ed esperienza, poteva ambire a correre per la poltrona più alta di Palazzo Panciatichi, ma la candidatura Giani pare inattaccabile, pur necessitando di qualche passaggio ulteriore. Cosa fa allora Ceccarelli? Torna in Regione come semplice consigliere? In realtà, in caso di vittoria del centrosinistra, tutt’altro che scontata, per l’ex presidente della Provincia potrebbe profilarsi ancora la titolarità di un assessorato.
Ma Ceccarelli, da sempre, è stato vicino al governatore Enrico Rossi, distante dalle posizioni di Giani che viene dall’area socialista e che era posizionato dalle parti di Matteo Renzi. Tutto ciò per dire che le scelte di Ceccarelli non sono scontate. L’assessore, e non è un mistero, è a oggi recalcitrante di fronte all’ipotesi di candidarsi a sindaco di Arezzo, possibilità che però non va esclusa alla luce di quanto è maturato nel Pd regionale e nazionale.
Del resto sarebbe lui l’opzione forte dei dem per riprendersi il Comune conquistato da Ghinelli nel 2015, le pressioni non mancano ma le variabili neppure. Un rompicapo, appunto; che avrà bisogno ancora di qualche settimana per trovare una soluzione