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Etruria, vendita più vicina: ma il prezzo rischia di scendere

In partenza quasi 2 miliardi per i quattro istituti ma il dato sembra lontano: i fondi puntano a cifre molto più basse. Quali i dati positivi in alternativa

Bertola e Nicastro

Arezzo, 10 luglio 2016 - Ma quanto costerannio Banca Etruria e le sue sorelleI? Le offerte vincolanti dovrebbero arrivare ai primi di agosto, in modo da arrivare alla chiusura dell’affare entro il 30 settembre. I protagonisti sono sicuri di farcela prima.

E il prezzo? Il Fondo di risoluzione, proprietario provvisorio, avrebbe bisogno di rientrare del miliardo e 800 milioni con cui le good bank sono state dotate al momento della ripartenza.  Obioettivo difficile da raggiungere. In lizza ci sono non le banche italiane, che hanno già i loro problemi da risolvere (si veda la questione di Mps e della montagna di crediti deteriorati) ma i grandi fondi internazionali, a cominciare da Apollo di New York.

C’è ancora l’ipotesi spezzatino, che cioè Etruria, Marche, Cariferrara e Carichieti vengano vendute ad una ad una, ma lo scenario più solido, il preferito di Bankitalia, è quello di una cessione in blocco. Sulla cifra voci informali di Piazza Affari parlavano addirittura di un prezzo tirato fino mezzo miliardo per tutte e quattro le good bank.

La stima viene da molti considerata troppo pessimistica. Un indice di cui tener conto, si dice, è il rapporto fra capitalizzazione di Borsa e patrimonio nominale, che oscilla ai valori attuali fra il 40 e il 60%. Saremmo dunque dai 700 milioni in sù. In più Etruria e le sorelle non hanno sul collo le sofferenze. E poi la gestione sta volgendo in positivo, come dimostrano i risultati della trimestrale: Nuova Etruria addirittura in utile, le altre con un passivo dimezzato rispetto alle previsioni.