SILVIA BARDI
Arezzo

"Dafne" commuove il pubblico. La protagonista: "ringrazio Arezzo ma fate il passa parola"

Tutto esaurito all'Eden per la presentazione del film di Federico Biondi che ha scelto come protagonista Carolina Raspanti, una ragazza down. In sala anche i ragazzi dell'Associazione aretina.

Carolina Raspanti, Federico Bondi e Michele Squillace

Arezzo 30 marzo 2019 - Non c’è retorica né pietismo, ma una visione lucida con squarci di sereno di quello che potrebbe succedere se una ragazza down perdesse la madre molto prima del tempo. La paura di tutti i genitori di figli “speciali” che si domandano ogni giorno cosa succederà “dopo di loro”. Ne è nato un film diretto da Federico Bondi e interpretato da Carolina Raspanti, commessa all’Ipercoop di Lugo di Romagna che mai avrebbe pensati di diventare attrice, anzi, non lo pensa nemmeno adesso “mi piace per ora godere i frutti di questo film ma non credo di rifarlo a meno che non me lo chieda Roul Bova” ci scherza su”.

Sì, perché regista e attrice erano venerdì sera al cinema Eden, tutto esaurito anche in prevendita, a presentare il film “Dafne” che resterà in programmazione fino al 4 aprile. Non può rilasciare interviste Carolina perché domenica sarà ospite di Fabio Fazio e la Rai l’ha vincolata, ma lei parla lo stesso al pubblico aretino: “Il film è bello, bellissimo, stupendo, un capolavoro - annuncia subito - e Arezzo è una città bellissima, mi piace tantissimo e voi fate il passa parola sul film”. In sala anche i ragazzi dell’associazione aretina persone down (Aipd) che alla fine hanno scattato una foto di gruppo. Sono quasi gli unici a fare domande ai protagonisti della serata a fine proiezione, tutti colpiti da come lei abbia reagito alla morte della mamma, anche se quella parte del film proprio non è piaciuta. “E’ solo una finzione - li rassicura il regista - la mamma di Carolina sta benissimo ed è qui in sala con noi”. Un passaggio emblematico di come il film racconti tanto della vera Carolina, capace di esternare emozioni, forse la parte più difficile per chi attrice non è e non sa fingere. La storia infatti racconta dell’improvvisa morte della mamma di Dafne e di come la ragazza riesca non solo a reagire e trasformare il momento più doloroso della sua vita, ma anche a sostenere il padre che invece non riesce ad accettare la perdita. Finché insieme decidono di andare al cimitero della madre, sulla montagna fiorentina, percorrendo il lungo tragitto a piedi. Un viaggio liberatorio in cui i due si sveleranno fino ad amarsi ancora di più, accettandosi per quello che sono.

“Carolina non ha letto un rigo della sceneggiatura - spiega Bondi - non ha dovuto imparare la parte a memoria perché non è un’attrice, sul set creavamo le condizioni per farla reagire a certe situazioni anche emotive, per farla agire e reagire senza recitare. Paradossalmente la parte più difficile è stato per Antonio Romanelli, nel ruolo del padre, lui che come attore la parte l’ha imparata a memoria e ogni volta doveva improvvisare”. “Quando dovevo piangere per la morte della mamma - conferma Carolina/Dafne - mi hanno messo una canzone di Max Pezzali che ascoltavo quando avevo un flirt con un ragazzo, ogni volta che la sento mi viene il magone”. Così come è stato quasi impossibile farle girare le scene in cui doveva mangiare “Infilzava per finta la forchetta e la portava vuota alla bocca” la rimprovera il regista. Il perché è semplice: “Non mi andava, non mi piaceva e speravo che tu non te ne accorgessi”, ribatte lei. Scherzano e si vogliono bene. “E’ il mio fratellone” ammette Carolina. “Vuole sempre avere ragione lei, compresa l’ultima parola” si rassegna sconfitto il regista che alla fine confessa: “E’ stato difficilissimo girare questo film”.

Ma il pubblico lo premia e non solo. Il film infatti ha vinto il premio Fipresci nella sezione “Panorama" dell’ultimo Festival del cinema di Berlino. A questo si aggiunge il messaggio lasciato dall’associazione dei ragazzi down aretini: "Dafne, un'opera bellissima, che racconta la normalità e straordinarietà allo stesso tempo della vita di una ragazza speciale. Una vita in cui, come per ognuno di noi, gioie e dolori si mescolano insieme. Una vita in cui la sindrome di Down è una parte della sua persona, nel bene e nel male, non un limite o una marcia in più necessariamente. Bello vedere come ci sia stato al cinema Eden, per la prima serata, il tutto esaurito. Complimenti al regista Federico Bondi e a tutto il cast per aver tratteggiato questo stupendo scorcio di vita. E congratulazioni soprattutto alla protagonista, Carolina Raspanti, per l'energia, la forza, la determinazione e la presenza di te che ci hai comunicato. Per i ragazzi della nostra Associazione questa serata sarà senz'altro una preziosa occasione di crescita”.

Un appuntamento sostenuto dalla Fondazione Arezzo Intour, sezione Arezzo Cinema, con Vivo Film che ha prodotto la pellicola con Rai Cinema, reso possibile dalla collaborazione di Michele Squillace responsabile del cinema Eden per le Officine della cultura e Marco Compiani, critico cinematografico, presidente dell'Associazione Doppio Sogno e membro della casa di produzione indipendente Vivo film.