Vaccini, over 60 quasi "irriducibili" 70 dosi al giorno: è ancora open day

Domani hub aperti ma dai 50 in su. La media di copertura è ferma sotto l’80%

Non vogliono proprio saperne di vaccinarsi: i sessantenni, una generazione ancora in gran parte nel mondo del lavoro, sembrano refrattari ad ogni tentativo. A cominciare dagli open days, che dal loro punto di vista hanno un’attrazione particolare: quella di essere esclusivamente con Pfizer. La spina dorsale della vaccinazione, lontana da quei timori che continuano a regnare intorno ad AstraZeneca o a Johnson & Johnson. Eppure anche quei momenti non decollano.

Il quadro fornito ieri dalla Asl è chiarissimo. In quattro giorni, dal report del 15 a quello del 18 giugno, sono state in tutto 292 le prime dosi che si sono andate ad aggiungere a quelle già somministrate agli over 60. Un chicco di sabbia al mare. Tanto che la media di copertura si è appena spostato, dal 78,7% al 79,4%. Niente rispetto all’impegno della Asl e dei vaccinatori su questo fronte, circa 70 somministrazioni al giorno. Tanto per avere un confronto nello stesso periodo di tempo le dosi distribuite ai cinquantenni sono state 1259, e questo ha permesso di estendere la copertura dal 47,6% al 52,5%. Cinquantenni che pure sono stati inseriti insieme ai più "anziani" negli open days residui con Pfizer. L’appuntamento più atteso è quello di domani, quando saranno aperti per loro sia il Centro Affari (con duecento dosi) che il Teatro Tenda (con cento).

Entrambi dalle 20 alle 23, l’orario più fresco e al termine della partita della nazionale. Target quanti sono dai 50 in su e i più giovani in caso restino dosi residue. Il totale delle dosi punta ormai le 230 mila, mentre la ritirata del contagio pare irreversibile. Sette sono rimasti i pazienti in ospedale,nell’ala al piano zero della sesta scala. E il conto alla rovescia continua.