MARCO CORSI
Cronaca

Patologie legate all'ictus. Accordo tra la CRT e l'Università svedese

La Clinica Riabilitazione Toscana sarà il centro di riferimento in Italia per una patologia legata all’ictus, la cosiddetta “negligenza spaziale unilaterale”, meglio conosciuta come neglect.

Il dottor Mauro Mancuso e Helena Fordell.

Il dottor Mauro Mancuso e Helena Fordell.

Arezzo, 26 gennaio 2018 - La Clinica Riabilitazione Toscana è sempre più un fiore all’occhiello della Asl Toscana Sud Est e lo dimostra l’ultima partnership con una prestigiosa Università del Nord Europa. La CRT, che ha il suo quartier generale all’Ospedale di Santa Maria alla Gruccia ha infatti stretto un accordo con l’ateneo svedese Umea, che consentirà al centro valdarnese di diventare il punto di riferimento per l’Italia con cui attivare progetti e scambio di competenze su una patologia legata all’ictus, la cosiddetta “negligenza spaziale unilaterale”, meglio conosciuta come neglect.

E’ una malattia che interessa fino al 70% delle persone colpite da ictus e insorge quando una persona riporta un danno cerebrale all’emisfero destro. Si manifesta nell’impossibilità di considerare una parte dello spazio, quello di sinistra. Il paziente può anche non essere in grado, con la mano destra, di trovare e stringere la sua mano sinistra. Da un piatto scompare la parte di pietanza che è a sinistra. Quando uno si fa la barba, rade solo la parte destra del viso. E’ difficile muoversi e se il paziente è su una sedia a rotella, non riesce a percepire lo spazio che è alla sua sinistra.

Una patologia grave, alla quale lavorano da tempo sia la Clinica di riabilitazione toscana con l’equipe guidata dal dottor Mauro Mancuso sia l’Università svedese di Umea, fondata nel 1965 e classificata al ventitreesimo posto tra i migliori istituti d’istruzione del mondo al di sotto dei 50 anni di nascita dalla rivista britannica Times Higher Education. L’equipe svedese è guidata dalla professoressa Helena Fordell che mercoledì scorso ha avuto un incontro sia con gli operatori della Crt che con un gruppo di studenti dell’Università di Siena.

“Ho avuto incarico dal mio governo di individuare centri riabilitativi in diversi stati: dall’Inghilterra, agli Stati Uniti, all’Italia – ha detto Helena Fordell. Strutture con le quali collaborare. Ho avuto modo di vedere come agisce la Crt e come sia capace di valorizzare il lavoro di èquipe. Per queste ragioni intendo indicarla come clinica di riferimento per l’Italia con cui attivare progetti e scambio di competenze”.

“L’equipe svedese – ha aggiunto Mauro Mancuso – ha messo a punto un programma di realtà virtuale per sostenere la riabilitazione delle persone che applicheremo nella nostra clinica. E’ una tecnica che induce il paziente a prendere progressivamente consapevolezza della “realtà” alla sua sinistra”. Mancuso ha ricordato che il neglect è una delle patologie alle quali i professionisti della CRT lavorano nel laboratorio per i disturbi cognitivi. “Svolgiamo una ricerca traslazionale, applicata cioè sul campo per consentire ai nostri pazienti di godere immediatamente dei benefici che derivano dai risultati del nostro lavoro. In questa attività – ha concluso Mancuso - abbiamo molti riferimenti non solo in Europa e il lavoro che stiamo conducendo con l’università svedese rientra in questo ambito”.