Otto diari per una domenica particolare

L’attesa del vincitore nell’edizione segnata dall’emergenza anticontagio e un protagonista d’eccellenza come Francesco Guccini

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di Salvatore Mannino

I Diari nonostante tutto. Più forti del Covid, più forti della paura, più forti dell’emergenza che ancora, e soprattutto ora, regna un po’ ovunque. Sì, il premio Pieve, il più singolare degli eventi letterari dell’estate, non si arrende nemmeno nell’anno horribilis per eccellenza e si ripresenta al suo pubblico in un’edizione completa per quanto segnata dalle misure anti-contagio. Ancora una volta, dunque, il terzo weekend di settembre è quello del gran finale di una maratona cominciata in inverno con la selezione della commissione di lettura e affidata adesso, per la selezione definitiva, alla giuria nazionale, come sempre ricca di grandi nomi della cultura.

A chi andrà dunque, fra gli otto finalisti, il premio Pieve? Chi sarà sul palco di Pieve Santo Stefano il protagonista insieme all’ospite d’eccezione, il vincitore dell’altro premio d’eccellenza, il Città di Pieve, che quest’anno è Francesco Guccini? I diari giunti all’ultima tappa si possono dividere in tre categorie: tre sono di argomento principalmente storico, "Vico Tagliaferro" di Giovanna Battista Eventi, "Seguendo la voce del dovere" di Umberto Guidotti, e "Bariscine" di Raffaele Resta, altri tre sono in qualche modo dedicati ad argomenti di attualità, Anna De Simone, che racconta la sua esistenza difficile nel "Sale della vita", Tania Ferrucci, con "Nei miei okki", cronaca scabrosa di un ragazzini che vuol farsi donanna,, e Rosena Gallerani, che narra un altro tema classico di Pieve, la lotta contro la malattia.

Due infine sono più difficilmente classificabili, il genocidio del Ruanda, rivissuta da Jean Paul Habimana, e Paolo Schiavocampo, artista importante del dopoguerra che fa il biografo di se stesso, con larghe incursioni nela politica culturale del paese

Le ultime edizioni sono andate tutte a biografie con forte contenuto storico,chissà se è un’indicazione oppure se la giuria cambierà i criteri di valutazione. Di certo, sei dei finalisti sono viventi, quindi potrebbe non essere un premio alla memoria. La risposta domani, nella piazza di Pieve dimezzata dalle regole anti-contagio.

Qualunque sia il verdetto, non sarà un pomeriggio noioso se a dargli sale c’è una figura come Francesco Guccini, 80 anni festeggiati a giugno, che è persino difficile definire: cantautore è un po’ riduttivo, per quanto sia fra i grandissimi della categoria, aggiungiamoci allora poeta della vita quotidiana, scrittore e romanziere, finalista del Campiello per dire di come i suoi libri non sono fenomeni mediatici bensì letteratura vera. Di sicuro un personaggio che anche da solo sa riempire la scena. Pieve lo attende come il vero animatore dell’edizione del Covid.