Non vedenti con la radiolina allo stadio: il bel regalo dell'Arezzo per i tifosi disabili

Il progetto che piace: "Ho potuto rivivere momenti bellissimi"

Lo stadio per i non vedenti: il progetto dell'Arezzo punta all'inclusione

Lo stadio per i non vedenti: il progetto dell'Arezzo punta all'inclusione

Arezzo, 10 luglio 2019 - Da trenta anni non entrava nell’adorato stadio. In quello stadio «Città di Arezzo» che ai tempi non aveva ancora la curva sud. Da quando Tullio Mugnaini ha perso la vista non è più salito su quelle gradinate. Adesso, grazie all’Arezzo calcio ha potuto rivivere le emozioni di un tempo. Radiolina all’orecchio, ma in mezzo ai cori e al calore degli ultras amaranto, ha assistito a due partite della sua squadra.

Nell’89 Tullio viene colpito da una rara malattia degenerativa che gli porta via la vista. Insieme ai volti, ai tramonti, gli angoli della sua città. Oltre che alla possibilità di tirare di scherma, uno dei suoi grandi amori, che per dieci anni lo ha portato a gareggiare in giro per l’Italia. E per 25 ad insegnare a quei ragazzi che oggi sono gli istruttori del circolo schermistico aretino.

E si spengono anche le partite del suo Arezzo. Per anni seguito in casa e in trasferta. «Negli anni ’60 mi ci portava mio babbo». Sotto la pioggia o il solleone. Tullio c’era sempre. «Come dimenticarsi la rovesciata di Menchino Neri, o i gol di Flaborea e di Meroi» racconta. «Mi sembra di rivederlo il gol di Tullio Gritti che ci fece vincere il campionato. E le grandi partite contro il Milan e la Lazio, che emozioni».

Tutto scorre nella sua mente, come se l’Arezzo si fosse fermato a quegli anni. «Era enorme l’emozione quando entravi allo stadio ed era pieno. I fumogeni con i nostri colori, i tamburi impazziti, le bandiere. Ricordo esattamente le forti emozioni e le sensazioni vissute». Trenta anni sono passati da allora. La rovesciata di Menchino Neri è ormai un ricordo, come lo sono i gol di Flaborea. Ma quei cori, il tifo sono rimasti sempre nel cuore di Tullio. E’ bastata una radiolina e un biglietto d’ingresso allo stadio per rivivere il calore e le emozioni che regala una partita di calcio dal vivo. E’ l’iniziativa a cui ha dato vita l’Arezzo calcio.

Un’idea del responsabile della comunicazione Luigi Dini, raccolta con entusiasmo da Gianlorenzo Casini, presidente dell’U.I.C.I. di Arezzo. «Viviamo la partita» è il nome della campagna che ha preso il via nelle ultime tre giornate del campionato.

«Credo che il calcio debba essere uno strumento per veicolare valori sociali» ha spiegato Dini. E così è stato. L’iniziativa viene accolta con calore anche dai giocatori. «Appena abbiamo saputo dell’idea ci siamo attivati; con i compagni e con tutto lo staff tecnico abbiamo aderito all’acquisto di alcuni portachiavi con la maglia dell’Arezzo stilizzata messi a disposizione dall’ufficio comunicazione» ha spiegato il capitano Cutolo. Il ricavato della vendita ha così consentito l’acquisto di dieci radioline che hanno permesso ad alcuni soci della U.I.C.I. Arezzo di ascoltare la radiocronaca del match e vivere il clima della partita dalla tribuna dello stadio.

«Sentire nuovamente i cori, il calore dei tifosi, mi è sembrato di rientrare fra gli ultras. Una emozione troppo forte» continua Tullio. Con lui il figlio Giacomo a cui ha trasmesso la passione per lo sport e per gli amaranto. L’Arezzo calcio fa così da apripista all’iniziativa. Dal prossimo anno, infatti, una normativa Fifa renderà obbligatorie le radioline negli stadi per permettere di «vedere» la partita anche ai non vedenti.