"Non ha pagato la spesa": dipendente licenziata, lettera dei colleghi perché sia riassunta

Lei: ho passato il bancomat. Ma scatta l’azione disciplinare. Unicoop: deciderà il giudice. Firmano in sessanta la petizione in favore della collega

Un carrello della spesa

Un carrello della spesa

Arezzo, 9 luglio 2019 - Hanno firmato in più di 60 una lettera di solidarietà a sostegno della loro collega licenziata per quella che definiscono una semplice distrazione. Sono lavoratori della Unicoop Firenze di Montevarchi che protestano per un atto ritenuto ingiusto verso Angela Acconci, in forza all’ipermercato di via dell’Oleandro e delegata dell’Unione Sindacale di Base, sigla con la maggioranza degli iscritti nel superstore.

Il colosso della spesa le ha contestato nell’aprile scorso di aver sottratto merce per una somma pari a 43 euro, ovvero il costo di tre uova di cioccolato, una confezione di hamburger e una di insalata preconfezionata. Libera dal lavoro, era andata a fare la spesa e alla fine aveva utilizzato le casse veloci. Come si legge nella missiva indirizzata ai responsabili dei vari settori direttivi della coop, la sindacalista ha passato la carta socio sotto il lettore, cosa che identifica il possessore con nome, cognome, indirizzo e telefono, poi i prodotti, premendo quindi il tasto «termina e paga», e per gli acquisti le hanno consegnato due bollini.

Tutto a posto? No, perchè tra una chiacchiera e l’altra con le due colleghe in quel momento addette alla vigilanza non si sarebbe accorta che la cassa non aveva registrato il saldo ed emesso lo scontrino, chiave per far aprire il cancelletto di uscita.

Si è messa a cercarlo ma «le è stato aperto il cancello delle casse fast senza effettuare i dovuti controlli sul palmare», come recita il testo della missiva nel quale si riconosce la buona fede di tutti gli attori dell’episodio e in primis della dipendente definita nella lettera dei colleghi «onesta e irreprensibile come lavoratrice e cliente».

Non appena le commesse si sono accorte dell’accaduto, l’hanno fatta richiamare all’altoparlante e lei ha immediatamente provveduto a saldare. Insomma, sembrava una svista innocua anche per la Cooperativa perchè, aggiungono i colleghi, in presenza di un tentato furto l’iter da seguire prevede che si chiami la guardia e il responsabile del presidio di turno.

Qui non è avvenuto e dimostrerebbe che non c’era alcuna presunzione di dolo. Una tesi non accolta da Unicoop che ha fatto scattare il licenziamento per giusta causa il 20 maggio per una condotta «intenzionale e tanto grave in quanto idonea a ledere definitivamente il vincolo fiduciario alla base del rapporto». Interpellata, Unicoop Firenze non commenta la vicenda, riservando eventuali dichiarazioni dopo il pronunciamento del giudice del lavoro.