Guarda le casse che custodiscono i cinque pannelli del Polittico del Lorenzetti con una "certa apprensione". Oggi partiranno alla volta di New York e per lui che quell’opera la custodisce in Pieve con la massima cura, è un momento particolare. Ma don Alvaro Bardelli sa che la "certezza della conservazione e le misure di sicurezza a tutela del capolavoro sono più che assicurate dai professionisti del Metropolitan Museum". Respira e sorride: oggi quelle casse così preziose "voleranno" sull’Oceano. Destinazione: Met, nel cuore della Grande Mela. Qui le porte della prestigiosa Galleria si apriranno il 16 ottobre per presentare al mondo i capolavori della pittura senese del Trecento. E il Polittico di Pietro Lorenzetti avrà un posto di primo piano: sarà lo snodo centrale del percorso espositivo. Così fino al 26 gennaio. Poi comincerà una nuova missione, con un altro viaggio oltreoceano: il Polittico sarà tra i tesori d’arte protagonisti della mostra "gemella" sulla pittura senese del Trecento in calendario a Londra dall’8 marzo al 22 giugno. Qui, nelle sale della National Gallery oltre agli straordinari dipinti, i visitatori avranno anche l’opportunità di fare un salto indietro nel tempo e ammirare sculture, raffinati lavori in metallo e tessuti pregiati che riflettono i momenti della vita quotidiana nell’Italia del Basso Medioevo.
"Per Arezzo la mostra a New York e Londra sarà un bel biglietto da visita: dopo gli affreschi di Piero della Francesca nella Basilica di San Francesco e il Crocifisso del Cimabue in San Domenico, il Polittico del Lorenzetti è il capolavoro che testimonia il valore dell’arte nella nostra città", rimarca don Alvaro per il quale la lunga assenza dell’opera dalla Pieve sarà "per gli aretini motivo per comprendere l’importanza dei nostri tesori artistici". Un progetto reso possibile con la supervisione della Soprintendenza e il placet della Curia, a suo tempo interrotto dall’esplosione della pandemia e ora rilanciato nel calendario dei grandi eventi internazionali. In primavera, gli esperti del Met avevano fatto un sopralluogo in Pieve per studiare ogni dettaglio della fase di trasferimento del Polittico e il sindaco Alessandro Ghinelli in occasione dell’audizione all’Onu insieme a Rondine aveva riallacciato i fili con i vertici della Galleria newyorkese in un incontro al Met. E ieri sono scattate le operazioni di imballaggio dell’opera d’arte.
Al suo posto don Alvaro ha già fatto ricollocare la copia commissionata a suo tempo per la lunga fase di restauro che Marzia Benini, Paola Baldetti Isabella Droandi (scomparsa alcuni mesi fa) dello studio Ricerca hanno eseguito sul capolavoro di Lorenzetti. Un collegamento diretto sul cantiere dove le restauratrici hanno portato a termine l’intervento e che si è mantenuto nel tempo.
La grande mostra americana accende un faro sul periodo compreso tra il 1300 e il 1350 esaminando un momento eccezionale all’alba del Rinascimento italiano e il ruolo fondamentale degli artisti senesi, tra cui Duccio, Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini, nel definire la pittura occidentale. Nei decenni che precedettero l’inizio catastrofico della peste intorno al 1350, Siena fu il luogo di una fenomenale innovazione e attività artistica. "Mentre Firenze è spesso posizionata come il centro del Rinascimento, questa esposizione offre una nuova prospettiva sull’importanza di Siena, dalla profonda influenza di Duccio su una nuova generazione di pittori allo sviluppo di pale d’altare narrative e alla diffusione di stili artistici oltre l’Italia" spiegano i curatori del percorso espositivo.
Da oggi scatta il giro del mondo in nove mesi, coi tesori aretini alla ribalta internazionale.