LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Gli strappi della politica. Lega divisa a Cortona: "Ma chi esce sta fuori". Pd, bufera in Valdarno

Il segretario del Carroccio Vecchi: "La linea unica è nel centrodestra". Nel centrosinistra si profila il derby di Terranuova e scoppia il caso Bucine.

Gli strappi della politica. Lega divisa a Cortona: "Ma chi esce sta fuori". Pd, bufera in Valdarno

Tre piazze roventi. Cortona, Terranuova e Bucine, corrono verso il voto con le coalizioni attraversate da lacerazioni interne, alle prese con maldipancia e rivendicazioni. Tre piazze che diventano simbolo di una campagna elettorale che s’infiamma ancora prima di partire e fin d’ora preannuncia fuochi d’artificio tra i candidati. Che in questo caso, hanno una matrice comune: tutti contro tutti dentro i rispettivi schieramenti. A Terranuova, Mauro Di Ponte, vicesindaco della giunta Chienni, è a un passo dallo strappo più forte che potrebbe minare le fondamenta della roccaforte dem: scendere in campo alla testa di una civica contro il sindaco uscente, già pronto a rimettersi in gioco per il terzo mandato. Vicesindaco contro sindaco dello stesso partito. Dem in ambasce anche a Bucine dove il sindaco uscente Nicola Benini, di fronte alla mancata ricandidatura, ha deciso di correre sotto le insegne civiche contro il candidato dem al momento in pole position: Paolo Nannini, ex sindaco per due mandati. Mentre a Subbiano anche una storica esponente Pd come Mirella Ricci sceglie le insegne civiche, ponendo le basi di un altro possibile derby.

Dal Valdarno alla Valdichiana. Cortona è diventata la "madre di tutte le battaglie" nei ranghi del centrodestra che galoppa verso le urne con due candidati, entrambi oggi al timone del governo: in campo il sindaco uscente Luciano Meoni, "scaricato" dalla coalizione che invece sostiene il presidente del consiglio comunale Nicola Carini. Ed è su Cortona che si concentra non solo la partita tra candidati, ma pure la tenuta della coalizione che perde pezzi. È il caso della Lega che "paga" il costo (politico) più alto del l’effetto Meoni. Tre consiglieri del Carroccio hanno traslocato sotto il vessillo meoniano, lasciando di fatto il partito, senza rappresentanza in consiglio comunale. Di segno opposto, invece, la mossa dell’assessore Storchi che lascia in rotta col sindaco e si schiera con Carini, abbracciando la linea del Carroccio. Un rompicapo, nel centrodestra e nel centrosinistra, che segnala la fragilità della politica in questa fase. Tant’è.

"La Lega, appoggia in modo convinto il centrodestra. A Cortona, come negli altri 25 comuni al voto, la posizione partito è chiara e lineare e non lascia spazio a dubbi o deduzioni ma soprattutto la Lega l, lo ribadisco con forza, è unita e compatta". Ci mette il sigillo Gianfranco Vecchi, leader provinciale del Carroccio, che rinserra le fila attorno alla coalizione, rilanciando il valore dell’unità dello schieramento, anche a costo di alzare il "cartellino rosso" in faccia a un sindaco al primo mandato. Se il cemento della coalizione non si discute, anzi si rafforza (è l’input dei vertici regionali del centrodestra), il punto è che la Lega in questa fase mostra il fianco a defezioni in una piazza strategica per la coalizione, conquistata cinque anni fa proprio con Meoni che ora corre contro la sua ex coalizione. Vecchi è categorico: "Coloro che sono usciti dal partito è evidente che non ne fanno più parte". Il riferimento è ai transfughi del consiglio comunale ed è lo stesso schema che ha portato il partito di Salvini a mettere alla porta Cinzia Santoni nella delicata querelle sul governo della Provincia targato Polcri. Anche in quel caso, la linea dell’Aventino, ha lasciato il Carroccio senza rappresentanza nel parlamentino. Col paradosso di una ex leghista oggi saldamente al governo con Polcri. Un prezzo salato.