Finanziamento eccellente ai Diari Il ministro: capitale della memoria

A Pieve i 4,1 milioni di uno dei sedici progetti pilota avviati in tutta Italia dal Mibac. E’ il solo in Toscana. Servirà a trasferire la sede dell’Archivio, con i suoi 9 mila inediti nel Complesso e Torrione delle Monache

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di Salvatore Mannino

Il lenzuolo di Clelia Conti e il fluviale diario di Vincenzo Rabito, centinaia e centinaia di pagine separate solo da punti e virgola, non vivranno più la vita precaria del Piccolo Museo di Pieve Santo Stefano, sede degnissima per come è stata allestita ma quantomai provvisoria. E gli altri 9 mila diari dell’Archivio non dovranno essere più conservati in siti anch’essi un po’ aleatori, disseminati in mezzo paese. No, l’Archivio, il museo e tutto quanto gira attorno al giacimento culturale di cui domenica ha parlato Walter Veltroni avranno una sede unica nel complesso delle Monache, con annesso torrione, antica struttura di pregio storico-architettonica che sarò finanziata grazie a uno dei sedici progetti pilota appena avviati dal ministero dei Beni Culturali e annunciati dal ministro Dario Franceschini.

E’ proprio questa la vittoria dell’Archivio e del paese dei Diari: quella di essere entrati in un lotto ristrettissimo, che riguarda un numero ridotto di interventi in tutta Italia. L’unico in Toscana, almeno per ora. Sono 4,1 milioni che piovono su Pieve e sul suo patrimonio archivistico, a suggellarne l’eccellenza a livello nazionale: "Capitale della memoria del nostro paese", la laurea Franceschini.

"Pieve - spiega ancora il ministro - cancellata dalle distruzioni della seconda guerra mondiale nell’agosto 1944 (i tedeschi in ritirata fecero saltare tutto quanto avevano a portata di mano Ndr)" ha saputo ritrovare la propria vocazione, fino a ospitare e valorizzare "oltre 9.000 storie di vita inedite sotto forma di diari, epistolari, memorie, autobiografie".

Già, perchè Pieve non è soltanto il premio, non è soltanto il clamore di alcuni casi letterari di scrittori per caso, sgrammaticati ma di straordinaria potenza espressiva. Pieve è il complesso di quei 9 mila diari o simili, che sono diventati una fonte imprescindibile per gli studiosi, in particolare gli storici, che lì trovano materiale inedito per ricostruire la vita materiale e lo spirito pubblico del paese, almeno dall’Unità in avanti. Risorgimento, due guerre mondiali, il fascismo, la ricostruzione, il Boom vengono filtrati attraverso gli occhi delle piccole storie che si incrociano con la Grande Storia.

I 4,1 milioni concessi all’Archivio per trasferirsi entro qualche anno nel Complesso delle Monache, sono del resto una delle cifre più importanti anche fra i sedici progetti pilota. Di più ricevono solo la romana Villa Giulia (sede del premio Strega), il Palazzo Farnese di Viterbo e il milanese Museo dei digitale. Persino la ristrutturazione del Museo di Palazzo Venezia ottiene di meno. Ed è singolare che fra i finalisti dell’ultima edizione dei Dari, ci fosse proprio quel Federico Hermanin che contese a Mussolini il palazzo col balcone delle "adunate oceaniche".