D’Urso: "Poche quarte dosi, è un pericolo"

La campagna del richiamo fatica a decollare, tanti i posti liberi. "Anziani e fragili vanno rafforzati". Un’altra vittima in ospedale

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Ricominciano da quattro. La quarta dose, quella che nessuno fa e che invece sarebbe un’ulteriore diga alle conseguenze del Covid. Davanti ai numeri di vaccinazioni da prefisso telefonico la Asl rompe gli indugi e lo fa con il direttore Antonio D’Urso. "Il virus è ancora presente, non rafforzare la vaccinazione è un pericolo". Una mossa a fronte di dati che non decollano, anzi vanno rasoterra. "I numeri sulla quarta dose sono poco confortanti". Fino a qualche giorno fa avevamo calcolato una percentuale di copertura che non arrivava al 5% della platea vaccinabile. Da allora le cose sono cambiate ma solo poco, anche se l’offerta da parte della Asl si è impennata. Fino al 15 maggio ci sono ancora 680 posti liberi sui 2000 previsti. Ma è chiaro che anche l’offerta si modula alla domanda, e quella resta bassina. "Nessuna leggerezza, fate la quarta dose".

Un consiglio che D’Urso motiva su due ordini di considerazioni. Il primo è che il richiamo si rivolge agli over 80 e ai fragili dai sessant’anni in su. Dunque categorie a rischio e che dall’ulteriore vaccino vedrebbero crescere la difesa immunitaria, decisiva per evitare le conseguenze più gravi della malattia.

Il secondo motivo è legato alle statistiche. "In Israele, dove la quarta dose viene somministrata da molto più tempo che in Italia, gli studi hanno dimostrato che nella popolazione anziana la vaccinazione con quarta dose determina una protezione verso le forme gravi di infezione triplicata rispetto a quella della terza". Terza dose che sia i fragili che gli anziani hanno ricevuto da sette o otto mesi, periodo che non può non averne attenuato gli effetti. Il Covid sta regredendo? E’ vero, anche i dati di ieri lo indicano, con 176 casi sia pur su un parterre di tamponi limitato. Ma il Covid continua ad uccidere: ieri di nuovo, una signora di 80 anni al San Donato. Ospedale dove pure i ricoverati sono ormai decisamente pochi: sette nei reparti ordinari e zero per il quarto giorno consecutivo in terapia intensiva.

"L’efficacia di questo vaccino si attesta intorno al 90% nel prevenire casi di malattia severa e di morte. Se, ad esempio, prendiamo il tasso di ospedalizzazione nel periodo 11 marzo10 aprile 2022, cosi come il tasso di ricoveri in terapia intensiva, vediamo che nei non vaccinati è circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con la terza dose. E il tasso di mortalità nei non vaccinati è circa 9 volte più alto rispetto ai vaccinati con terza dose".

Avanti la quarta dose, esclusi quanti abbiano contratto l’infezione dopo la terza. Come vaccinarsi? Dal proprio medico di base o prenotando un posto in un centro vaccinale sul solito portale della Regione. Molti, certo, sono ancora privi della prima dose: ma su questo fronte tante speranze sono perse.

Alberto Pierini