Dal museo delle navi antiche ad Arezzo: Muzzi nuovo sovrintendente

Il responsabile arriva da Pisa e ha legato il suo nome ai reperti di epoca Romana. La Toscana del sud è una galleria a cielo aperto

Andrea Muzzi

Andrea Muzzi

Arezzo, 6 dicembre 2019 - «Sono molto contento perché questo è un territorio estremamente ricco di arte e, per me che sono uno storico dell’arte, è un onore venire a ricoprire questo nuovo incarico». Dopo i quattro anni trascorsi a Pisa e i pochi mesi alla guida della Soprintendenza di Alessandra, Asti e Cuneo, Andrea Muzzi, entro la metà di dicembre assumerà la direzione della Soprintendenza di Siena, Arezzo e Grosseto: «Il tempo di chiudere alcune pratiche ancora aperte per assicurare la continuità operativa dell’ufficio e poi sarò a Siena. E’ questione di pochi giorni».

Muzzi, 65 anni, pratese, è diventato dirigente storico dell’Arte del ministero dei Beni culturali e del turismo nel giugno 2012, assegnato al Polo museale fiorentino. A settembre di quell’anno diventa Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria, presso la Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, mentre da marzo del 2015 al luglio scorso ha diretto al Soprintendeza di Pisa e Livorno, prima di diventare Soprintendente di Alessandria, Asti e Cuneo.

«Non era certo una sede richiesta – ammette Muzzi – ma ogni incarico professionale, arricchisce e ora sono comunque concentrato sul prossimo che mi porta mella Toscana del Sud. Tuttavia, ciò che più mi piace sottolineare è che il lavoro che ho svolto nelle diverse sedi, in particolare a Pisa, è stato apprezzato dalla direzione generale del ministero».

Muzzi cita soprattutto «la realizzazione e la recente inaugurazione del museo delle Antiche navi, un museo che in pochi mesi ha già raggiunto oltre 20 mila visitatori e racconta mirabilmente, sia sotto il profilo scientifico, che sotto quello divulgativo rivolto non solo agli addetti ai lavori, una storia che risale a 2 mila anni fa».

«E soprattutto – aggiunge il Soprintendente – valorizza una delle più straordinarie scoperte fatte nel ventesimo secolo, quando durante alcuni lavori alla stazione di Pisa San Rossore, era il 1998, riaffiorarono questi reperti di epoca romana, cui ha fatto seguito un eccellente laboratorio di restauro a cielo aperto».

Dei suoi successi pisani ricorda anche «l’avvio del restauro della chiesa di San Francesco, un monumento nazionale per il quale è stato necessario un intervento assai oneroso, reso possibile grazie al nostro lavoro con il quale, attraverso una rimodulazione dei fondi del ministero, siamo riusciti a trovare le risorse necessarie».

«La chiesa – sottolinea Muzzi – è un autentico scrigno di tesori e l’’interno è uno dei più riusciti esempi di architettura francescana a navata unica umbro-toscana, con capriate lignee a vista. Notevoli anche le sepolture ospitate dalla chiesa, tra le quali quella del conte Ugolino della Gherardesca, qui sepolto con i propri figli e nipoti una volta che le spoglie di questi furono rimosse dalla non lontana torre della fame citata da Dante».

In vista del nuovo incarico, che vverà appunto assunto a metà di questo mese, Muzzi promette «la massima attenzione ai tesori d’arte che punteggiano il territorio di competenza della Soprintendenza, una sorta di museo a cielo aperto per quanto riguarda Arezzo e Siena ma anche la stessa Grosseto. Per tutte queste cose il lavoro sarà complicato e al tempo stesso entusiasmante».

Muzzi arriva proprio quando ad Arezzo la polemica è calda per il mancato ritorno della soprintendenza dopo la riorganizzazione del Ministero dei beni culturali varata dal ministro Dario Franceschini