Arpat, limiti superati nelle acque di Podere Rota

E’ l’esito del rapporto relativo alle falde nell’area: confermata la potenziale contaminazione. Il sindaco chiede alla Regione di individuare il responsabile

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di Maria Rosa Di Termine

Il nuovo rapporto di ispezione ambientale di Arpat relativo al 2020 conferma la potenziale contaminazione delle falde nell’area di Podere Rota già emersa nel 2019. E il sindaco di San Giovanni chiede alla Regione che sia individuato il responsabile, come sollecita ormai da più di un anno, e a Publiacqua di svolgere controlli sui pozzi che approvvigionano la rete idrica comunale. Non nasconde la propria apprensione per quanto emerge dal Ria dell’Agenzia per la protezione ambientale, Valentina Vadi, e cita i passi del report che indicano come nei livelli acquiferi intermedio e profondo siano stati riscontrati elevati valori di ammoniaca, cloruri, nitriti, arsenico e manganese. E ancora superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per il tertracloroetilene e la presenza di tricloroetilene e il cloruro di vinile, confermando "il problematico stato qualitativo delle acque sotterranee, sia in area di versante sia di fondovalle, per tutte le circolazioni presenti (profonda, intermedia e superficiale) e che è possibile mettere in relazione all’interferenza fra acque sotterranee e percolato".

Gli esiti dell’ispezione avvalorano il quadro di criticità già emerso, afferma Vadi che si dichiara preoccupata perché tuttora non è dato sapere se l’eventuale inquinamento sia confermato, in quali termini, estensione, grado di pericolosità per la salute pubblica e a chi sia addebitabile anche se "per Arpat – sottolinea – tutto questo continua ad essere chiaro: la contaminazione è presente e il responsabile è Csai con le attività della discarica". Di conseguenza non appena ha ricevuto il dossier ha scritto al Settore Bonifiche della Regione Toscana per chiedere informazioni e tempi sul procedimento iniziato a settembre 2021, dodici mesi dopo la prima comunicazione dell’Agenzia, sospeso a dicembre e ancora in stand by. E ricorda che la procedura deve svolgersi in parallelo con la conferenza dei servizi sul progetto del gestore di ampliare l’impianto per rifiuti speciali non pericolosi.

Programmata per il 31 gennaio, la prima riunione è stata rinviata al 23 febbraio perché Csai ha presentato una modifica che riduce i volumi conferibili.

"Più volte – riprende Vadi – nel corso dell’ultimo anno e mezzo ho avuto rassicurazione dall’assessore regionale all’ambiente che il Paur non si concluderà senza questi risultati. Tuttavia, la sospensione del primo e il procedere spedito della conferenza dei servizi mi preoccupano molto. Non possono avere due tempi e due velocità diverse". La titolare del municipio ha infine inviato a Publiacqua la richiesta di eseguire analisi nei pozzi di approvvigionamento che si trovano in Oltrarno e a Santa Maria Badiola e alimentano l’acquedotto di gran parte del territorio sangiovannese. "Dopo la delibera di Ato Sud che stabilisce la chiusura di Podere Rota per il conferimento dei rifiuti urbani all’esaurimento degli attuali volumi, prevista a metà del 2022 – conclude – ritengo che si debba chiudere completamente il sito non concedendo alcun ampliamento aggiuntivo e all’avvio delle procedure di bonifica, sussistendo situazioni di inquinamento dell’area che non potrebbero altro che peggiorare a discapito della salute dei cittadini".

Sulla stessa lunghezza d’onda il gruppo consiliare del Centro sinistra per San Giovanni e il capogruppo del Movimento 5 Stelle che chiedono l’interruzione del Paur e la "morte" definitiva della discarica.