Il Natale a due volti: più magro quello del centro, ricco nella città alta dei mercatini

Ultimo giorno in tono minore ma comunque bruciati almeno 30 milioni. Il vero fenomeno sono stati Tirolesi e Prato, capaci di attirare oltre un milione di persone

ASSALTO AL NATALE_35391615_032520

ASSALTO AL NATALE_35391615_032520

Arezzo, 25 dicembre 2018 - Gli ultimi ritardatari hanno resistito nei negozi fino alle otto di sera, l'ora canonica in cui si abbassano le serrande e si chiude la stagione commerciale più ricca dell'anno, ovviamente quella di Natale. E' stata, come del resto era successo per tutta la kermesse dei regali, che è andata avanti senza pausa dalla metà di novembre, una vigilia in tono un po' minore, con meno ressa di quanto non fosse accaduto la domenica, giornara di punta, anche per la coincidenza con la data festiva, della corsa agli acquisti.

Ma nemmeno la volata finale dell'ultimo weekend e del lunedì di vigilia riesce a pareggiare i conti dei commercianti. Si conferma infatti quella tendenza al Natale magro che sta un po' nella logica delle cose di una città, e di un'Italia, sospesa fra stagnazione e ombra della recessione. Quel po' di ripresa che si era affacciato negli scorsi anni, peraltro senza mai trasmettersi del tutto ai consumi, sembra essersi arenata in un paese sospeso, incerto, che di soldi ne ha meno di una volta e che quando li ha se li tiene stretti piuttosto che spenderli, nel timore che vengano tempi peggiori.

E' un po' l'immagine anche di questo ultimo giorno, nel quale non si toccano mai le punte del passato e nemmeno quelle della domenica, col Corso, la strada simbolo dello shopping, che non registra il pienone e anzi mostra ampi vuoti. Un po' perchè è lunedì, un po' perchè il trend è questo: spendere con giudizio. I regali si fanno, per carità, ma con l'occhio ben attento ai portafogli. Resta una kermesse in cui in un mese sono stati bruciati almeno 30 milioni di acquisti, ma il valore medio dello scontrino si abbassa, si sceglie in maniera morigerata, più il pensierino che non il regalone.

Alla fine, dunque, è un Natale a due volti: più modesto del solito, ma ci vorrà tempo per fare i conti, quello del quadrilatero dello shopping e forse anche di grande distribuzione alimentare e outlet, decisamente ricco, invece, quello della città alta che per un mese ha vissuto di rendita sull'effetto traino della Città di Natale e in particolare del Mercatino Tirolese, che insieme hanno attirato un pubblico record da oltre un milione di presenze. Ne hanno beneficità tutte le attività della città alta, in particolare la ristorazione, che ha messo insieme una raffica di fine settimana grazie ai quali potrà attendere senza troppi affanni l'arrivo della prossima stagione turistica.

E' stato così anche nel giorno della vigilia e lo sarà pure oggi e domani Santo Stefano. Certo, non siamo più ai 300 mila del Ponte dell'Immacolata, ma turisti continuano ad arrivarne anche in queste ore, magari un po' delusi, come ieri, dal fatto che le casette tirolesi avessero chiuso i battenti già alle 17.E' il primo vero impatto della città col turismo di massa, magari non di grandissima qualità e capacità di spesa, ma comunque capace di far tornare i conti di chi lavora nel centro storico sopra il Canto de' Bacci. Un po' il paradosso di questo Natale: facce tirate in basso, dove i commercianti più bravi, per quanto abituati alla vacche grasse dei tempi pre-crisi, hanno chiuso in pareggio, volti distesi in alto, dove un mese così non l'avevano mai visto.