
La Minerva ad Arezzo
Arezzo, 6 luglio 2016 - L'avevamo lasciata nel 2008, nel teatro vasariano, La ritroveremo tra pochi mesi nel palazzo di Fraternita. Torna la Minerva. Uno dei grandi bronzi trovati ad Arezzo e implacabilmente portati a Firenze. Un piccolo simbolo della città per far festa al Palazzo di Fraternita.
«Abbiamo già l’assenso addirittura scritto della Soprintendenza archeologica della Toscana: l’evento sarà all’inizio dell’anno, una lunga mostra». Pier Luigi Rossi, primo rettore di Fraternita, ha una priorità assoluta: restituire alla città il Palazzo di Fraternita. Un’operazione, stile Fortezza, partita con la vecchia giunta e che quella attuale sta completando.
Una parte della struttura era già stata valorizzata dal precedente rettore Liletta Fornasari. Ora ci sono gli spazi del progetto Piuss. «Conto di poter riaprire l’intero palazzo in autunno: spero a settembre, al massimo ottobre. Naturalmente in totale accordo con il Comune, insieme al quale stiamo definendo anche le strategie di pieno utilizzo di questo spazio fondamentale per la città alta e per la piazza».
In testa il museo degli ori aretini. Non solo carati ma anche capolavori e tesori diversi. E’ in quel contesto che la presenza della Minerva diventa determinante, la traccia profonda della storia e della creatività aretina. L’opera era stata trovata nel 1541 durante gli scavi per un pozzo nei pressi della chiesa di San Lorenzo. Una zona fertile, e che nel tempo ha restituito tanti altri cimeli del passato. «Ma il nostro obiettivo è portare anche l’Aratore.