Nell’«inferno» della giustizia perugina. Calvieri: ‘Subiamo lo stop delle udienze’

Ma gli avvocati strappano i depositi con la Pec e chiusure ridotte

Il tribunale di Perugia

Il tribunale di Perugia

Perugia, 8 ottobre 2015 -  AULA D, ore 10. Entri e sei catapultato direttamente nell’inferno della giustizia perugina. Trenta metri quadrati sottoterra, una sessantina di persone all’interno (per lo più avvocati in attesa del loro turno e qualche sporadico testimone), cinquantacinque casi da trattare. «Giudice manca l’aria», esordisce il pm onorario. E non è un modo di dire. Così il giudice è costretto a invitare qualcuno a uscire. Ma almeno in aula D, essendoci un giudice togato a presidere l’udienza, i processi sono in trattazione. Mentre quelli assegnati ai Got – i giudici onorari – sono rinviati in blocco per tutto ottobre. Perchè i pochi cancellieri del tribunale di Perugia – così ha deciso il presidente Aldo Criscuolo – devono mettere a posto le carte per essere in regola con l’ispezione ministeriale di gennaio.

«E’ UNA COSA vergognosa», chiosa un legale. «A me ultimamente si è anche prescritta una violenza sessuale in Cassazione perché qui c’è un imbuto quasi impossibile da superare». Per forza. Il collegio presieduto da Gaetano Mautone ha rinviato i processi al 2018, arrendendosi dinanzi ai casi con i detenuti. I provvedimenti sono motivati con il fatto che il processo non è di semplice definizione. E quindi a data da destinarsi. Perché in effetti il 2018 questo è.

LA SETTIMANA scorsa magistratura, ordine degli avvocati e Camera penale si sono incontrati. Tanta buona volontà. I legali hanno ottenuto qualche tassello importante, non tanto dal punto di vista giurisdizionale quanto amministrativo. Il presidente aveva infatti ridotto notevolmente l’orario di front office dell’ufficio ricezione atti del penale. Dopo la viva protesta degli avvocati e il successivo incontro tra le parti è stata poi trovata quella che potrebbe diventare una nuova modalità: gli atti – a eccezione di istanze relative a misure cautelari, di ogni tipo di impugnazione e degli affari relativi al patrocinio a spese dello Stato – potranno essere inviati in cancelleria tramite posta certificata. Quindi senza fare file.

«QUELLA dei rinvii in blocco è una scelta che subiamo, un atto doloroso ma su cui l’avvocatura non può alzare troppe barricate – spiega il presidente dell’Ordine, Gianluca Calvieri –, come sono assurdi i rinvii di processi al 2018... sono scelte di calendario. Come era altrettanto intollerabile la chiusura per due o tre giorni delle cancellerie. Attraverso l’accordo abbiamo ottenuto il deposito via Pec e a fine mese faremo un bilancio».

Erika Pontini