Il palpeggiatore seriale dal gup. La carica delle 42 molestate in strada

Per due anni caccia all’uomo: poi l’arresto del panettiere

La conferenza stampa dopo l'operazione di polizia e carabinieri

La conferenza stampa dopo l'operazione di polizia e carabinieri

Perugia, 2 settembre 2015 - UNA L’HA ‘SBATTUTA’ contro una staccionata e l’ha palpeggiata, un’altra l’ha sorpresa alle spalle, fingendo di fare jogging per toccarla nelle parti intime. Un’altra, ancora, l’ha assalita mentre di mattina presto andava ad aprire il suo negozio e l’ha costretta a subire atti sessuali. In alcuni casi anche con talmente tanta violenza da farle finire al pronto soccorso. Piccole lesioni, un disagio enorme. Un incubo per decine di donne.

SONO QUARANTADUE le vittime del cosidetto ‘palpeggiatore seriale’ che il 15 ottobre prossimo dovrà comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Perugia, Alberto Avenoso. E altrettante sono le accuse di violenza sessuale commesse tra il 2012 e il 2014 di cui è imputato Claudio Guercini il pasticcere di Castel del Piano arrestato il 2 luglio del 2014 nel corso di un’operazione congiunta di polizia e carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Gemma Miliani.

IL MAGISTRATO ha chiesto il rinvio a giudizio dell’artigiano, incastrato non solo dai riconoscimenti delle sue prede, ma anche da un’attività investigativa a 360 gradi. Per dare un nome e un volto al palpeggiatore gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere del centro storico, dove si erano svolti la maggior parte degli episodi, terminati proprio dopo l’arresto eseguito in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. Secondo polizia e carabinieri che hanno tentato di mettere in campo detective in gonnella come esche, Guercini avrebbe approfittato del suo lavoro di consegna come panettiere per mettere a segno la sua voglia irrefrenabile anche nelle prime ore della mattina.

GLI INVESTIGATORI hanno infatti acquisito anche tutti gli accessi alla zona a traffico limitato per incastrare le tessere di un mosaico difficilissimo. All’inizio infatti polizia e carabinieri avevano una rosa di sospettati, poi scartati perché risultati estranei ad ogni ipotesi d’accusa. Il 16 marzo 2014 la svolta sulle scalette di Sant’Ercolano grazie all’intuizione di una pattuglia del Radiomobile. I militari notarono infatti un uomo vestiti nello stesso modo in cui le vittime descrivevano il palpeggiatore: «indossava una cappuccia di lana grigio scura, un k-way di colore azzurro intenso con cappuccio, pantaloni scuri e scarpe da ginnastica bianche, alto circa 1.70, ovvero tutte le caratteristiche somatiche tipiche dell’ignoto molestatore».

Di lì i riconoscimenti, i frame delle telecamere, il cerchio che si chiude. Ora però la decisione spetta al giudice. Alcune delle vittime sono pronte a costituirsi parte civile con gli avvocati Donatella Donati e Olga Antonietta Ciminati mentre l’imputato è assistito dall’avvocato Arturo Bonsignore.

Erika Pontini